Atlanticus

Workplace Atlanticus: il progetto come architettura del lavoro

La realizzazione di Divilux a Porto testimonia la capacità del design contemporaneo di trasformare la dimensione quotidiana in esperienza spaziale qualificata, dove la tecnica si fa strumento di una più ampia riflessione sulla relazione tra spazio, funzione e benessere

L’ambiente di lavoro contemporaneo trascende la mera funzione operativa per configurarsi come ecosistema spaziale articolato, dove convergono logiche relazionali, benessere percettivo e chiarezza architettonica. È in questa prospettiva teorica che si collocano gli uffici direzionali di Atlanticus nel cuore di Porto, realizzazione di Divilux socio portoghese di Etoile, in cui pareti ed esperienza insieme assumono una dimensione attiva nella composizione e definizione ambientale.

Il progetto si struttura come continuità spaziale fluida, orchestrata da dispositivi tecnici di estrema purezza formale che garantiscono simultaneamente trasparenza visiva e coerenza funzionale. Le pareti divisorie, implementate senza struttura perimetrale, si configurano come elementi di articolazione leggera: membrane vetrate che non frammentano ma modulano, consentendo alla luce di permeare liberamente l’ambiente e promuovendo una percezione unitaria dei volumi.

In questo impianto, il ricorso a geometrie curve accentua ulteriormente la fluidità del racconto spaziale: i divisori non si limitano a definire perimetri, ma tracciano traiettorie, accompagnano lo sguardo, suggeriscono direzioni. La curvatura si fa dispositivo percettivo e poetico insieme, disinnescando l’idea di compartimentazione e favorendo una transizione morbida tra i diversi spazi. È una filosofia progettuale che rifugge l’angolo come cesura, preferendo la torsione come invito al movimento e alla continuità esperienziale. Per dirla con Oscar Niemeyer, uno dei più innovativi architetti del secolo scorso: “Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea retta, dura e inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi attrae sono le curve libere e sensuali …”.

La selezione del sistema Metrica F risponde a una precisa strategia di sottrazione progettuale piuttosto che a intenti meramente estetizzanti. L’eliminazione di telai percettivamente invasivi determina una maggiore pulizia compositiva, ottimizzando il comfort visivo e valorizzando la trasparenza come autentica materia architettonica. Il risultato è un sistema di ambienti interconnessi, definiti da eteree trasparenze anziché da barriere fisiche.

All’interno di questa orchestrazione spaziale trova posto Dodici, il sistema integrato di postazioni che reinterpreta la postazione operativa come elemento di rappresentanza sobria ed equilibrata. Le proporzioni calibrate, l’essenzialità strutturale e la raffinatezza materica delle superfici generano un elemento che coniuga autorevolezza e leggerezza, presenza e rigore disciplinare.

Atlanticus rappresenta, in ultima analisi, una dimostrazione tangibile di come il progetto dello spazio professionale possa assumere valenza strategica nella definizione delle dinamiche organizzative. Un’architettura che non interpreta l’ufficio come aggregazione di elementi, ma come organismo coerente, dove ogni componente concorre alla costruzione di un’identità ambientale solida, adattiva e riconoscibile.