Materiali, News
Un workspace ‘cucito su misura’ con i tessuti acustici
Soluzioni fonoassorbenti e design ricercato convivono grazie alla ricerca sui materiali innovativi
In un mondo sempre più frenetico e orientato al digitale (quando non sopraffatto dall’intelligenza artificiale), la progettazione degli spazi di lavoro ha assunto un ruolo cruciale nell’ottimizzazione della produttività e del benessere dei collaboratori.
Negli ultimi anni, il settore dell’arredo ufficio ha subito, infatti, una profonda evoluzione verso il miglioramento del confort ambientale e della qualità nell’agire quotidiano.
Le aziende, sempre più, riconoscono l’importanza di creare luoghi che ispirino la creatività, favoriscano la collaborazione e promuovano la qualità del lavoro dei dipendenti.
A tal proposito, studi recenti hanno dimostrato come migliori prestazioni acustiche dei locali riescano a ridurre i livelli di stress del 27%, e aumentare quelli dell’attenzione del 48%.
Per garantire un adeguato livello di confort, l’applicazione di concetti come l’isolamento acustico, l’assorbimento acustico, l’insonorizzazione e il riverbero non si limita più alle sole strutture degli edifici, ma si estendono all’interior design e all’arredamento stesso degli spazi.
Ne consegue che essere continuamente aggiornati sull’evoluzione della ricerca e delle tecnologie in ordine ai materiali innovativi e sulle specifiche caratteristiche di quelli più idonei alla realizzazione degli ambienti di lavoro è, attualmente, un requisito imprescindibile su cui basare ogni buon progetto.
Verrebbe da citare un più che mai moderno Pier Luigi Nervi, che pure scrisse le parole che seguono circa mezzo secolo fa: “Molte difficoltà dell’attuale momento architettonico derivano precisamente dal fatto che la rapidità del progresso tecnico ha di troppo sopravanzato l’inevitabile lentezza di sviluppo della preparazione tecnica dei progettisti”.
Tra le tendenze e i progressi che vale la pena di “monitorare” con attenzione in questa fase, c’è l’uso sempre più frequente dei tessuti acustici, materiali tecnologicamente “rivoluzionari”, che pure riescono a coniugare prestazioni performanti, qualità, estetica e design.
In un mercato che si sta orientando verso workspace adattabili a riconfigurazioni rapidissime rispetto alle esigenze delle organizzazioni, questi tessili fonoassorbenti si stanno dimostrando particolarmente efficaci e funzionali nella progettazione di spazi modulari, in grado di ridurre il livello di distrazione e gli effetti negativi del rumore, creando ambienti discreti, rispettosi della privacy, come i Phone Booth o coinvolgenti e dinamici alla guisa dei Meeting Booth.
Una delle principali realtà produttive europee design oriented, nel settore dell’arredamento e dei complementi d’arredo per l’ufficio, la casa e il contract, a proporre soluzioni avanzate nell’utilizzo dei tessuti acustici è senza dubbio l’italiana Caimi Group, che ha ricevuto decine di riconoscimenti e premi in tutto il mondo, tra i quali tre Compassi d’Oro, tre German Design Awards e il DesignEuropa Awards.
In particolare, con Snowsound, l’azienda ha investito importanti risorse sulle ricerche scientifiche e tecnologiche dedicate al settore del benessere acustico, realizzando prodotti fonoassorbenti all’avanguardia nel mondo.
Si tratta di tecnologie brevettate basate su fibre di poliestere morbide, intrinsecamente ignifughe e interconnesse tra loro. Le fibre, insieme all’aria circostante, permettono di controllare il riverbero regolando la risposta acustica dell’ambiente. La posa, la superficie e la distanza tra le fibre e la parete influenzano la capacità di ridurre il fastidio uditivo, migliorando notevolmente la qualità dell’ambiente di lavoro.
Grazie a una vasta gamma di materiali e opzioni di installazione, è possibile selezionare le gamme specifiche da assorbire, sia basse, medie o alte, o creare un assorbimento uniforme su diverse frequenze. Un altro punto di forza di questi materiali è il loro ‘impegno’ per la natura e la salute delle persone, tema etico particolarmente sensibile in tempi di crisi climatica ed emergenza ecologica.
Tutti i prodotti sono certificati con il prestigioso marchio Greenguard Gold che attesta la bassa emissione di sostanze inquinanti e il contributo positivo per gli spazi interni, rendendoli adatti per ambienti sensibili come scuole e strutture di cura e permettendo il guadagno di crediti nei sistemi di valutazione degli edifici sostenibili.
I tessuti sono, inoltre, progettati per essere completamente riciclabili a fine vita. La costruzione monomaterica dei pannelli, insieme all’uso di materiali di alta qualità, contribuisce a prolungare la durata dei prodotti e ridurre il consumo complessivo di risorse del pianeta.
Etoilepeople, News
Le interviste di Etoilepeople: Riccardo Alberici
LE INTERVISTE DI ETOILEPEOPLE: RICCARDO ALBERICI AGENTE DI ZONA
SOLUZIONI ‘TAILOR MADE’ PER AFFRONTARE IL MERCATO
Riccardo Alberici è Agente di zona per vari brand del settore contract e per Etoile, azienda con cui vanta un consolidato rapporto ultradecennale. Grazie a questo lungo percorso condiviso può essere considerato un osservatore privilegiato del settore arredi per ufficio, di cui ha affrontato l’evoluzione e i rapidi mutamenti degli ultimi anni. Con lui vogliamo analizzare le più recenti tendenze del mercato, in relazione alle esigenze di committenti sempre più attenti al design, alla qualità e al benessere negli spazi di lavoro.
Per iniziare, può raccontarci come nasce la sua collaborazione con Etoile e qual è il suo ruolo attuale all’interno dell’azienda?
Potrei dire che all’origine della mia collaborazione con Etoile c’è stato un “amore a prima vista”, un vero e proprio “colpo di fulmine”.
Ho deciso di lavorare con questa azienda la prima volta che ho visitato lo show-room e ho conosciuto la proprietà.
Mi sono reso conto sin da subito del grande potenziale di questa realtà, non solo da un punto di vista prettamente economico, ma della ‘vocazione’ a produrre cose belle e di qualità.
Un elemento caratterizzante, che permette di differenziarsi ed emergere in un mercato fortemente competitivo.
Da amante del ‘bello’, non potevo certo lasciarmi sfuggire questa occasione.
Da allora sono trascorsi quasi vent’anni, in cui ho sempre seguito con soddisfazione e passione l’area commerciale di Etoile.
In un mercato complesso e globalizzato come quello attuale, la rete vendite rappresenta un ruolo nevralgico per qualunque azienda. Qual è la filosofia commerciale che caratterizza Etoile?
Ho lavorato con diverse aziende di questo particolare settore e secondo l’esperienza che mi sono fatto sul campo, la miglior filosofia commerciale è quella di saper rispondere in modo puntuale e tempestivo alle esigenze del committente, con soluzioni tagliate ‘su misura’.
Devo dire che in questo Etoile mi supporta in pieno, offrendo la massima elasticità nella redazione dei progetti e nella personalizzazione delle realizzazioni per poter accontentare il cliente “a ogni costo”.
Come è evoluto negli anni il mercato degli arredi per ufficio, in particolare nel segmento di riferimento di Etoile che va dalle pareti divisorie al contract chiavi in mano?
Il mercato ufficio si è evoluto molto in fretta e direi in modo assolutamente positivo per la nostra azienda. Basti pensare che oggi, nel 90-95% dei casi, si utilizzano le pareti divisorie mentre un tempo quasi la metà dei committenti sceglieva di realizzare pareti in cartongesso o muratura.
Inoltre, in passato c’era maggior propensione ad acquistare singoli pezzi di arredo (pareti, scrivanie e poltrone), mentre l’orientamento attuale è quello di creare spazi di design, ambienti accoglienti, confortevoli e di qualità, dove trascorrere piacevolmente il tempo dedicato al lavoro.
Welfare aziendale, benessere dei lavoratori, confort acustico, sostenibilità ambientale e qualità degli spazi, sono tutti temi di cui si sente parlare sempre più spesso. Per la sua esperienza il mercato è davvero attento a questi valori o siamo di fronte a una moda effimera o peggio ancora a una postura estetica?
Personalmente spendo molto tempo nel cercare di trasmettere agli imprenditori con cui mi rapporto quanto siano importanti questi temi e quale la ricaduta positiva sulla qualità e l’efficienza del lavoro quotidiano. Devo dire che poi, ogni volta che riesco ad accontentarli, mi ringraziano perché il risultato è quello di avere un grande ritorno sia umano che economico.
Quanto conta la ricerca sui materiali, le tecnologie innovative e il design, su cui Etoile ha investito molto negli anni, per differenziarsi dai principali competitors sul mercato?
Come già anticipato prima non riuscirei a rappresentare un’azienda ferma sulle sue rendite di posizione. Direi che la continua ricerca ed evoluzione dei prodotti e dei materiali è un valore assolutamente fondamentale.
Infine, cosa vede nel futuro per Etoile e quali sono i suoi obiettivi a medio e lungo termine in riferimento al mercato interno e internazionale?
Sinceramente io vedo un futuro assolutamente roseo e pieno di opportunità.
Etoile ha tutte le carte in regola per affermarsi tra i leader assoluti nel panorama dei produttori di pareti divisorie per ufficio.
Il mio obiettivo è portare a termine gli impegni presi con i clienti nel miglior modo possibile, perché è questo meccanismo virtuoso che poi genera altri lavori in modo virale.
Quali sono i prodotti di Etoile maggiormente richiesti nella sua area commerciale? Quali sono quelli che non ha e che invece risultano decisivi in quel tipo di mercato?
Il prodotto di Etoile maggiormente richiesto è sicuramente la parete completamente vetrata con il massimo abbattimento acustico.
In un’ottica ‘tailor made’, la gamma di Etoile è talmente vasta che risponde a ogni esigenza.
Cosa è cambiato dopo il periodo Covid?
È cambiato davvero tanto, ma la più grande ‘rivoluzione’ è forse di tipo culturale. Ora le persone scelgono le aziende con cui collaborare quasi più per il benessere complessivo dell’ambiente di lavoro che per la cifra in busta paga.
Questo dovrebbe far riflettere ogni imprenditore su quanto sia importante oggi investire sulla qualità e la funzionalità degli spazi di lavoro.
Etoilepeople, News
Una lega preziosa a misura d’ambiente
L’alluminio è un materiale ecocompatibile che ben si presta a un design contemporaneo, funzionale e sostenibile
L’alluminio è uno dei materiali più utilizzati nell’arredamento dei moderni spazi di lavoro, grazie alle sue proprietà uniche e alla versatilità che offre nella realizzazione di progetti fortemente personalizzabili.
Questa lega metallica resistente e leggera è infatti diventata, negli anni, una delle opzioni preferite per i progettisti, poiché consente di creare ambienti confortevoli, funzionali e sostenibili.
Nel caso degli arredi da ufficio c’è la tendenza molto diffusa ad usare l’alluminio in progetti dal design minimalista ed essenziale.
La possibilità di realizzare linee pulite e ‘scenici’ tagli di luce, si sposa perfettamente con le sensibilità architettoniche più contemporanee, nella creazione di workplace eleganti e ricercati.
Le pareti divisorie in alluminio, realizzate sovente con profili sottili e quasi ‘invisibili’, consentono di separare gli spazi senza creare una sensazione di chiusura, favorendo l’interazione e la comunicazione tra i collaboratori.
Un altro aspetto importante dell’utilizzo di questo materiale, come abbiamo scritto poc’anzi, è la grandissima possibilità di realizzare ambienti modulabili con semplicità e rapidità sulle esigenze dinamiche della committenza.
La scelta tra divere leghe, finiture, texture e colori, consente poi di creare spazi unici ed efficacemente rappresentativi del ‘tone of voice’ del brand aziendale.
Anche il design biophilic, che integra elementi ‘green’ all’interno degli spazi d’uso quotidiano, è diventato un importante trend per favorire il benessere dei collaboratori.
Oltre a poter essere combinato con essenze naturali, come il legno, le piante e il verde verticale, l’alluminio offre la possibilità di creare pareti divisorie semi-trasparenti o schermi traforati, che consentono la penetrazione della luce naturale, creando un ambiente più accogliente e confortevole.
Un altro aspetto di assoluto rilievo è la crescente esigenza d’implementazione di tecnologie avanzate nelle postazioni e nelle pareti attrezzate.
Le soluzioni più innovative negli spazi di lavoro includono, infatti, sistemi di gestione integrata del cablaggio, connettività wireless e superfici interattive.
L’utilizzo dell’alluminio permette, altresì, una migliore dissipazione del calore, favorendo l’efficienza energetica dei dispositivi elettronici alloggiati.
Inoltre, questa pregiata lega è nota per la sua durabilità e resistenza alla corrosione, che la rende una scelta ideale per spazi più estremi, dove la robustezza e la facilità di manutenzione sono fondamentali.
Le pareti divisorie e gli arredi in alluminio, infatti, possono resistere a un uso intensivo nel corso del tempo, mantenendo intatta la loro bellezza e funzionalità.
Infine, la crescente consapevolezza ambientale ha spinto molte aziende a optare per materiali sostenibili e riusabili nelle proprie scelte di allestimento degli spazi di lavoro.
In questo senso l’utilizzo dell’alluminio comporta un notevole risparmio energetico nella produzione e una più favorevole impronta ecologica, poiché si tratta di un materiale riciclabile al 100%, perpetuamente rinnovabile e a basso impatto ambientale.
Tra le aziende leader in Italia nella produzione di componenti di alluminio, c’è senz’altro Fonderie Pandolfo di Maniago, un’azienda all’avanguardia nel settore, con oltre quarant’anni di esperienza, che offre una vasta gamma di billette personalizzabili, di alta qualità e rispettose dell’ambiente.
Con la fusione di pani, cascami e rottami di alluminio l’azienda dà continuamente vita a nuovi prodotti destinati ai settori più disparati: dall’edilizia alla meccanica, dall’automotive all’alto design.
Una realtà da sempre impegnata a garantire la massima qualità dei processi produttivi e dei materiali, assicurando così prodotti affidabili e durevoli nel tempo.
Quest’azienda s’impegna a proteggere l’ambiente mediante l’adozione di tecnologie ecocompatibili per la fusione dell’alluminio.
L’impianto di fusione è dotato di sofisticati sistemi di post-combustione e rigenerazione dei fumi e di trattamento e recupero dell’acqua, in grado di ridurre al minimo le emissioni nocive e l’utilizzo delle risorse primarie (metano, energia elettrica, acqua).
La tutela dell’ambiente è una priorità per l’azienda, che ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001:2008 per il sistema di gestione della qualità e la procedura di certificazione ambientale ISO 14001 per la gestione delle risorse del pianeta.
Le billette soddisfano i requisiti della normativa L.E.E.D. (Leadership in Energy and Environmental Design) per la produzione di profili estrusi a “basso impatto ambientale“.
Grazie al personale tecnico altamente qualificato e al know-how delle Fonderie Pandolfo, il cliente viene guidato passo passo, sin dalla scelta delle leghe, per la realizzazione di prodotti unici e pienamente conformi alle più evolute normative nazionali e internazionali sulla qualità, la sicurezza e la sostenibilità.
Etoilepeople, News
Spazi di lavoro accoglienti e contemporanei
Etoile per Antonello Finiture, industrial style e materiali innovativi
Antonello Finiture è uno dei partner storici di Etoile, nel settore contract, creazione di spazi di lavoro e arredi per ufficio.
Da molti anni è una realtà qualificata e consolidata sul mercato nazionale, che affianca gli architetti nella fase di studio e progettazione a livello ingegneristico, selezionando materiali di alta qualità e resistenza, adatti ad ogni ambiente ed esigenza dei committenti.
Il progetto di realizzazione della nuova sede aziendale, concluso nel 2020, è stato affidato alla nostra azienda, su progetto e direzione dei lavori dell’Arch. Valentina Vedovato.
L’intervento che ci è stato sottoposto prevedeva di ricavare un ambiente accogliente, prestigioso e funzionale, all’interno di un fabbricato ad uso artigianale già utilizzato in passato dalla ditta come magazzino.
Per la realizzazione degli spazi a ufficio e ricevimento, la committenza ha deciso di dare agli ambienti uno stile industriale, ma nello stesso tempo accogliente e funzionale.
Data la natura dell’Antonello Finiture, che si occupa essenzialmente di rivestimenti esterni/interni per l’architettura, la cifra del progetto si è naturalmente attestata su un’elevata ingegnerizzazione nello studio dei dettagli, che ha consentito di ‘sperimentare’ l’utilizzo di materiali innovativi e tecniche costruttive avanzate.
Mettendo a frutto il suo know-how maturato sul campo in molti anni d’esperienza, l’azienda ha valorizzato al massimo le proprie capacità tecniche e progettuali in sinergia con le soluzioni più evolute offerte da Etoile per la perimetrazione e l’arredo di workspace efficienti e agili, capaci di garantire l’interazione operativa e allo stesso tempo creare un ambiente confortevole e piacevole a beneficio del benessere complessivo dei collaboratori.
Dal punto di vista funzionale sono stati ricavati alcuni uffici disposti su due livelli, sale riunioni e ricevimento clienti, zona campionatura, esposizione e archivio prodotti.
La scelta progettuale è stata quella di realizzare tutte le pareti dei vari locali completamente in vetro, intervallate solamente da alcuni setti rivestiti in listelli di legno.
L’effetto ottenuto è stato quello di privilegiare le sensazioni di spazio, trasparenza e luminosità.
Anche il soffitto al primo piano è stato rivestito in listelli di legno, lasciandolo completamente visibile dal livello terra, attraverso alcune aperture in doppia altezza.
La scala su disegno in lamiera forata è stata verniciata in colore nero, così come tutti gli altri elementi metallici presenti nell’ambiente di lavoro.
Tutti gli impianti sono stati lasciati a vista, come gli elementi strutturali, donando agli ambienti una forte caratterizzazione estetica e architettonica.
La scelta di creare grandi superfici vetrate, l’alternanza con materiali caldi e industriali e lo svuotamento in doppia altezza, creano all’interno della sede una continua sensazione di sorpresa e meraviglia nel visitatore.
Il design mirato e la combinazione ben temperata di elementi contemporanei e tradizionali come il legno, creano un’atmosfera unica che riflette l’essenza stessa dell’azienda, diventando espressione efficace di un tone of voice rappresentativo dei valori e della narrazione che si intende rappresentare all’esterno.
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Legno, la materia in tutti i sensi
Ritmica Wood di Etoile, dall’essenziale all’essenza
Dopo anni trascorsi a rincorrere linee essenziali, strutture minimali e trasparenze luminose, forma e materia sembrano far prepotentemente ritorno nel design più contemporaneo, sull’onda di una maggiore consapevolezza ambientale e di una diversa sensibilità estetica. Ciò è valso anche per i sistemi di arredo e le pareti divisorie per ufficio in cui la cifra dei progetti, che sembrava volgere nel senso di uno stile sempre più rigoroso, futuribile, fortemente influenzato dalle innovazioni informatiche e dall’iper-connettività, ha poi virato verso una filosofia più naturale, rivalutando l’essenza tattile, olfattiva e visiva della materia. Non serve scomodare concetti complessi e un po’ troppo trendy come la sinestesia, per spiegare le stimolazioni sensoriali che il legno è in grado di offrire, coinvolgendo direttamente o indirettamente tutti i cinque sensi. Un elemento in grado di evocare calore alla sola vista, vitalità al tocco e benessere per quel profumo secco e seduttivo, che sa di vita e di natura. D’altronde nihil sub sole novum, lo scriveva Vasily Kandisky nel 1926 nella celeberrima opera “Punto, linea, superficie”: “Ascoltare la forma, entrare nell’opera, diventare attivi in essa e vivere il suo pulsare con tutti i sensi”. È un po’ questo il succo della questione. Il pieno coinvolgimento dei recettori sensoriali è ancor oggi stimolo vivificante per l’individuo, ancor più in presenza di un elevato grado di assuefazione alla tecnologia e al progresso. In questo contesto, anche il mondo delle pareti divisorie per ufficio, che è il tema della nostra indagine, cambia radicalmente passando dalle strutture in alluminio e acciaio a quelle interamente realizzate in legno; dalle forme minimali e dalle sezioni ridotte a quelle più generose del legno lamellare impiallacciato. La trasparenza assoluta, tanto cercata e voluta, cede il passo a una ‘luce’ scandita da elementi strutturali ben visibili e chiaramente apprezzabili. “Da progettista di pareti, posso dire di aver impiegato gli ultimi vent’anni a ridurre al minimo strutturale le sezioni dei profili fermavetro, grazie alle possibilità produttive e strutturali dell’alluminio estruso” – ammette l’Architetto Paolo Pampanoni – “Nell’ultimo periodo assisto a una ‘controriforma’ stilistica, alla caratterizzazione materica e dimensionale, rinunciando ai piccoli ingombri per ottenere l’invisibilità delle strutture. Ora il Cliente vuole tornare a percepire il materiale, la sua temperatura, il suo odore. Vuole toccare, avvertire l’essenza vera, avendo avuto finora sottomano materiali che fingono di essere altro, come i nobilitati, e i gres. […] Ricordo perfettamente quando mi trovai di fronte per la prima volta alla ‘solidità visiva’ di Ritmica Wood di Etoile. Fu quasi uno shock, percepivo che qualcosa di inaspettato stava accadendo nel nostro mondo.” – Per poi aggiungere un’importante suggestione culturale per interpretare le nuove tendenze – “È importante inoltre sgombrare il campo dal falso mito della riciclabilità e dell’ecosostenibilità. L’avvento delle pareti in legno non fa parte di un trend ecologista. L’alluminio ha mille e più vite e può essere classificato come materiale perfetto per le operazioni di riciclo. Si tratta di una sensibilità estetica e tattile totalmente diversa. Se prima valutavamo le pareti attraverso la loro trasparenza, quindi attraverso gli occhi, oggi lo facciamo per il loro valore materico, quindi con il tatto o con l’olfatto […] Un ufficio allestito con pareti in legno profuma di buono e di vero!” È evidente come il ritorno al legno non sia legato a nostalgici riferimenti all’artigianalità, quanto piuttosto animato da criteri di modernità e attenzione alla qualità. La sapienza artigiana è a tutt’oggi un riferimento a cui ispirarsi, che tramanda attenzione ai materiali e alle loro specificità, ma nelle pareti in legno di ultima generazione, le antiche tecniche ebanistiche hanno lasciato spazio alla tecnologia. I listelli lamellari hanno sostituito i masselli pieni, migliorando le prestazioni meccaniche di ogni elemento. L’essenza è ormai esaltata attraverso originali e innovative interpretazioni dei progettisti. Questa attenta ricerca modifica profondamente l’approccio progettuale, riportando l’architettura e l’industrial design a sostanziarsi di stimoli e sensazioni autentici ispirati alla vera natura dei materiali. Potremmo dire senza tema di errore che oggi il percorso conoscitivo della parete avviene soprattutto attraverso le mani, che seguono l’intero ciclo di vita del prodotto. Quelle operose del costruttore che seleziona ogni singolo componente, che sagoma e assembla. Quelle attente del responsabile della qualità che toccano per verificare la robustezza, la qualità delle finiture, la precisione. Infine, le mani del cliente. Quelle dell’utilizzatore che quotidianamente ‘sentono’ la parete, che aprono e chiudono porte e che di continuo sfiorano le superfici. Ed è proprio questo approccio che caratterizza il progetto Ritmica Wood di Etoile in cui il vetro, pur rimanendo elemento di continuità con la filosofia precedente, non è più il protagonista assoluto ma lascia spazio alla ‘materia’. In tutti i sensi.
Etoilepeople, News
Le interviste di Etoilepeople: Laura Bertuccioli
LE INTERVISTE DI ETOILEPEOPLE
LAURA BERTUCCIOLI BUSINESS DEVELOPMENT CONSULTANTS
Da molti anni Laura Bertuccioli collabora con Etoile, in qualità di Business Development Consultants, occupandosi di creare opportunità per l’espansione dell’attività all’estero, ricercando le tendenze del mercato e sviluppando partnership con i principali attori internazionali. In particolare, grazie alla società OBIETTIVO LLC, di cui è CEO e Founder, fornisce consulenza specializzata per le aziende che desiderano entrare nel mercato del GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo), con particolare attenzione a Qatar e Arabia Saudita e sfruttare le opportunità offerte da questi mercati in rapida crescita.
Per iniziare, può raccontarci come nasce la sua collaborazione con Etoile e qual è il suo ruolo e il suo compito come consulente di sviluppo per l’azienda?
Come spesso succede, il passa-parola è uno degli strumenti di marketing più efficaci.
Siamo stati presentati a Etoile da un nostro cliente storico, DFN, con il quale lavoravamo già da anni e avevamo all’attivo numerosi progetti di prestigio.
Il nostro ruolo è stato quello di studiare il mercato locale, mappando gli stakeholders potenzialmente interessati ai prodotti Etoile. Successivamente siamo passati alla fase di presentazione con meeting in presenza, creando la brand awareness necessaria per essere presi in considerazione dai designers e dai clienti.
La consulenza è iniziata con una revisione condivisa del materiale di comunicazione, che è stato reso conforme alle aspettative del mercato locale. È poi proseguita seguendo tutto il percorso commerciale, fino ad affiancare Etoile nella negoziazione, nella finalizzazione dell’ordine, nella gestione delle problematiche relative alla logistica, ai pagamenti e all’installazione.
La nostra divisione tecnica ha assistito il team di Etoile durante il difficile periodo del Covid, quando c’era un cantiere in corso ed era problematico viaggiare.
Come definirebbe l’attuale mercato del Contract, in generale, e degli arredi per ufficio, in particolare, nel mercato del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Quali le principali differenze con il mercato italiano ed europeo in termini anche di tendenze di design e organizzazione degli spazi di lavoro?
L’outlook è estremamente positivo: ora che i lavori relativi al grande evento FIFA sono terminati, le grandi holding e gli stakeholders del mercato finanziario stanno trasferendosi nel nuovo hub finanziario di Lusail Boulevard (Qatar), completato proprio a ridosso dei campionati mondiali.
La grande sfida è ritagliarsi una fetta di mercato, concentrandosi sulle aree più prestigiose in cui viene attualmente richiesto un alto standard in termini di qualità del prodotto e performances degli ambienti.
Negli ultimi anni il design si è velocemente evoluto e si è passati dallo stile tradizionale arabo con pesanti bouseries e arredi in simil barocco, a linee più pulite e contemporanee, privilegiando la qualità e i dettagli stilistici e tecnici.
Differentemente dai mercati europei, purtroppo c’è poca attenzione al benessere dei dipendenti e questo si riflette anche sulla qualità degli arredi e sull’organizzazione degli spazi di lavoro.
Quali sono le sfide principali che le aziende italiane debbono affrontare quando cercano di espandersi in Qatar e nel GCC? E quali le peculiari opportunità di business e le e le potenziali aree di crescita per un’azienda come Etoile?
Il gap culturale è sicuramente il fattore più complesso da gestire e influisce in modo determinante anche sul business, oltre che toccare la sfera delle relazioni personali.
Il personale molto spesso non è adeguatamente preparato e c’è un forte accentramento del potere decisionale. Tutto ciò porta a una enorme dispersione di energie e di tempo.
In questi mercati vince chi ha resilienza, flessibilità e pazienza.
Etoile ha dimostrato di avere queste qualità che ci hanno permesso di navigare insieme attraverso i primi difficili anni di posizionamento e che oggi vedono l’azienda impegnata su diversi fronti con cantieri aperti e negoziazioni in corso su progetti prestigiosi.
Quali sono i prodotti di Etoile maggiormente richiesti nella sua area commerciale? Quali sono quelli che non ha e che invece risultano decisivi in quel tipo di mercato?
Nonostante il mercato sia fortemente orientato dal prezzo e i contractors cerchino costantemente le soluzioni meno costose (solitamente di produzione locale o cinese), la gamma di prodotti di Etoile riceve l’attenzione dei designers e dei clienti che apprezzano tantissimo i progetti in catalogo. Ciò avviene ancor più quando visitano l’azienda e hanno la possibilità di verificare di persona l’alto standard di tutta la collezione.
Come suggerimento proporrei a Etoile di integrare l’offerta con la parte illuminotecnica e di potenziare il servizio di design degli spazi a supporto degli studi di architettura.
Qual è l’importanza della comprensione della cultura e delle pratiche commerciali locali nell’approccio a questi particolari mercati? L’ufficio è sempre uguale ovunque?
Come accennavo poc’anzi, la differenza culturale impatta moltissimo sulle relazioni tra le aziende europee e le locali. Come Italiani, abbiamo il vantaggio di essere percepiti più vicini, “cugini”, come amano definirci.
La gestione del tempo, ad esempio, è completamente diversa dall’Occidente. Qui il tempo non è denaro. Come sappiamo i tassi d’interesse sono vietati dalla finanza islamica, ma cosa sono gli interessi se non il costo del tempo?
A ciò va aggiunta la tendenza a evitare il più possibile l’assunzione di qualsiasi responsabilità. La maggior parte delle decisioni sono assunte collegialmente dagli stearing committees o del board of directors.
Tutto questo crea una “tempesta perfetta” che porta a un allungamento dei tempi di gestione di un progetto, inimmaginabile in un contesto occidentale.
In fase di proposta iniziale le quotazioni vengono richieste con tempi strettissimi, per poi scontrarsi con tempi di attesa infiniti prima di avere la conferma dell’ordine e di nuovo subire pressioni per avere le consegne in tempi ingestibilmente rapidi.
Il nostro lavoro più impegnativo è proprio quello di mitigare gli atriti che inevitabilmente si vengono a creare tra il committente ed il fornitore.
Cosa è cambiato dopo il periodo Covid?
In Qatar tutto il periodo pima, durante e post -Covid è stato dominato dalle necessità relative all’approntamento delle grandi infrastutture e dell’ospitalità per i mondiali di calcio del 2022.
Il punto di svolta del mercato è stata la conclusione dei giochi e ora la situazione si sta assestando. Il focus è sul settore industriale, dove è in corso una forte espansione mirata a servire i mercati limitrofi come l’Arabia Saudita, per rendere il più indipendente possibile il paese dalle importazioni. Sul versante finanziario l’ambizione è quella di diventare un hub di riferimento interinazione, facendo da ponte tra l’Occidente e l’Oriente.
Infine, cosa vede nel futuro per Etoile e quali sono i suoi obiettivi a medio e lungo termine in riferimento al mercato internazionale?
L’avere in portfolio alcuni prestigiosi progetti nell’area sarà un booster per il fatturato di Etoile, agevolato proprio dal nuovo orientamento del mercato locale.
Questo è spinto dalla nascita delle start ups, dal riposizionamento di tutto il settore bancario dalla vecchia “Banks Street” a Lusail e dalle nuove generazioni di qatarini che hanno studiato all’estero e stanno portando il gusto occidentale sia nelle loro abitazioni che negli spazi di lavoro.
Nel medio e lungo termine l’outlook è estremamente positivo con una crescita stimata del 12% nel settore delle interior design e office spaces, da qui al 2028.
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Soluzioni ‘illuminanti’ per un design sostenibile
La rivoluzione del Bioadaptive Lighting e del "Double Dynamic Lighting" negli spazi di lavoro
L’illuminazione svolge un ruolo fondamentale negli ambienti di lavoro, influenzando il benessere, la produttività e la soddisfazione dei dipendenti. Negli ultimi anni, la tecnologia LED ha rivoluzionato il lighting design per gli uffici, offrendo numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali sistemi illuminanti. Un approccio ancor più recente e innovativo è quello di ottimizzare le soluzioni illuminotecniche grazie a una combinazione controllata di luce naturale e artificiale. Tutto ciò è un portato del concetto di design ‘biofilico’, che permette di coniugare l’ambiente di vita quotidiana con gli elementi naturali, integrandone i principi negli spazi e nell’architettura.
È il caso, ad esempio, dell’austriaca Zumtobel Lighting GmbH, produttrice leader internazionale nelle soluzioni illuminotecniche professionali per interni ed esterni. Già nel maggio del 2017 questa importante azienda aveva commissionato a Vera Pichardo, Consultant Marketing & Branding del Gruppo Nymphenburg Consult AG, una ricerca sul tema: “How a bioadaptive lighting solution in the working environment improves employees’ wellbeing”. Questo studio, condotto in condizioni di lavoro reali e utilizzando una combinazione di diversi metodi neuroscientifici, ha permesso la misurazione delle risposte emotive e cognitive a un nuovo sistema di illuminazione ‘umanocentrico’ appositamente progettato per supportare il bioritmo dei dipendenti nel loro ambiente di ufficio.
Un’altra esperienza significativa è il progetto collaborativo che ha coinvolto nel 2020 partner nei settori tecnologico e illuminotecnico, come Zumtobel, Fagerhult, iGuzzini e Tridonic, che hanno lavorato insieme all’Università di Aalborg sulla ricerca dal titolo: “Double Dynamic Lighting — Bringing Qualities of Natural Light into the Office”. Il team, guidato dalla Prof. Ellen Katharine Hansen, ha dimostrato che è possibile definire soluzioni che rispondono alla dinamica della luce naturale attraverso una combinazione di illuminazione diretta e diffusa. L’atmosfera generata dal Double Dynamic Lighting è stata percepita in modo più piacevole dagli utenti. I risultati di questo esperimento hanno fortemente contribuito alla comprensione delle qualità dell’integrazione delle dinamiche della luce naturale e dell’illuminazione elettrica, facendo riferimento alla sensazione umana di imprevedibilità, naturalezza, flusso di luce, effetti di modellazione delle zone di luce.
Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione nell’ambito dei progetti di illuminotecnica contemporanei è quello della sostenibilità, intesa nel senso più ampio del termine. Anche in questo senso Zumtobel Group ha dimostrato la sua vision lungimirante in occasione del Workshop: “Cyrcular Economy in sustainable lighting solution“, tenuto a Venezia nell’ottobre del 2022. Nell’occasione sono stati definiti alcuni concetti chiave per la moderna progettazione:
Gli edifici non sono oggetti di consumo, ma preziosi ecosistemi. Un edificio è sostenibile non solo se consuma meno energia durante l’uso, ma anche se le persone vi si godono il tempo per decenni;
- Le soluzioni di illuminazione creeranno ambienti costruiti che si concentrano sulle necessità delle persone. I lavoratori hanno la capacità di accedere e controllare la luce migliorando il loro comfort e benessere.
Il che ha come corollario una serie di applicazioni pratiche come l’eliminazione delle lampade fluorescenti con appositi kit di conversione; la valutazione dell’efficienza energetica nelle ristrutturazioni, con specifici software che aiutano a valutare i costi del ciclo di vita specifici del progetto delle soluzioni di illuminazione; il riutilizzo e la ristrutturazione attraverso soluzioni future-proof, flessibili e a lunga durata utilizzando dispositivi plug and play trasformabili in base alle esigenze dello spazio.
Studi e ricerche, quelli sin qui descritti, che sono stati messi ‘a terra’ grazie a una serie di prodotti a catalogo di Zumtobel, studiati specificamente per i workplace di ultima generazione. Ne è un esempio mirabile AMBITUS, in cui l’illuminazione diffusa indiretta si incontra con l’illuminazione diretta precisa, con una luce potente che si adatta a diversi ambienti e favorisce l’interazione sociale, crea un’atmosfera lavorativa concentrata o valorizza l’immagine del brand. CIELUMA, infine, è una soluzione progettuale che permette di realizzare un soffitto luminoso simulando la luce diurna a cielo aperto secondo la concezione illuminotecnica Double Dynamic Lighting, portando all’interno dell’ambiente una luce di effetto stimolante oltre che fonoassorbente.
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Phone e meeting booth, l’esperienza di Etoile
L’Architetto Paolo Pampanoni descrive i progetti dell’azienda nel segno dei paradigmi contemporanei del workplace design
In uno scenario socioeconomico come quello attuale, qualunque organizzazione è chiamata a confrontarsi con il tema della ‘complessità’, inteso come rete di relazioni tra individui, gruppi e sottosistemi, influenzati da molteplici fattori interni ed esterni che includono la struttura organizzativa, i processi decisionali, la cultura aziendale, l’ambiente di mercato, la tecnologia e molti altri.
La capacità di risposta rapida ai cambiamenti prevede l’adozione di strategie di adattamento e apprendimento per sopravvivere e prosperare in un contesto in continua evoluzione.
È in questo quadro, in cui emerge la necessità di spazi di lavoro sempre più flessibili e interconnessi, che Etoile ha improntato le proprie soluzioni progettuali cimentandosi, con lo stile e la passione che caratterizzano da sempre l’azienda, sul concetto contemporaneo di box acustico completamente in vetro, capace di evolvere fino a diventare microarchitettura autoportante o parete divisoria.
Un sistema completamente evoluto, capace di implementare tutte le collezioni di pareti già a catalogo, introducendo logiche e accessori innovativi.
Le esigenze rappresentate dai committenti, con frequenza sempre maggiore, vanno infatti verso la creazione di workplace efficienti e agili, capaci di garantire l’interazione funzionale e allo stesso tempo ridurre le ‘interferenze’ esterne nelle aree condivise.
A tal fine, i phone booths si stanno rivelando soluzioni efficaci e vantaggiose per risolvere criticità e ottimizzare la qualità del lavoro.
Negli open space, molto diffusi negli ultimi decenni, il rumore di fondo può diventare un fattore di disturbo che influisce sulla produttività e sul benessere dei dipendenti. I box acustici sono progettati per isolare il suono all’interno di uno spazio circoscritto, permettendo alle persone di lavorare in un ambiente più silenzioso e concentrarsi meglio sulle proprie attività e mansioni.
In queste postazioni riservate, seppur interdipendenti tra loro, gli individui possono effettuare chiamate telefoniche o svolgere attività che richiedano concentrazione, con la privacy necessaria per comunicare liberamente senza preoccupazioni di confidenzialità delle informazioni.
Sono, altresì, strutture flessibili e adattabili, che possono essere facilmente e velocemente contestualizzate in situazioni preesistenti, spostate o ridimensionate.
Il risultato è quello di poter disporre di un layout dinamico e variabile, che riesca a coniugare le occorrenze strategiche dell’ufficio e quelle di contemporaneità tra spazi individuali e luoghi di incontro collaborativo.
I phone booths permettono, infine, una completa personalizzazione nel design, in modo da rispecchiare l’identità e la cultura aziendale, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più accogliente, confortevole e piacevole e promuovendo il benessere complessivo dei dipendenti.
“Il fondatore di Etoile, Fabio Santoni, ha resistito per anni alla tentazione di mettere in produzione un box acustico. Sulla spinta delle pressioni del partner portoghese Divilux e di molta parte della rete commerciale ha ‘ceduto’ dando il via al progetto di un sistema innovativo e semplice.” – è il pensiero espresso dal progettista Arch. Paolo Pampanoni – “Semplicità e versatilità sono appunto i valori che mi ha comunicato sin dall’inizio del progetto, che stiamo portando avanti insieme ai tecnici aziendali. In questo senso, ho messo in campo l’esperienza accumulata in questi ultimi anni, la mia profonda conoscenza dell’azienda e delle sue dinamiche commerciali”.
In questi ultimi mesi ha preso forma un progetto smart e fortemente modulare, in cui il box presenta una struttura in alluminio estruso che permette la perfetta ‘attrezzabilità’ con piani di lavoro, pannelli acustici, tende e mensole.
La possibilità di impiego di vetri in diversi spessori e prestazioni acustiche, come pure di pannelli fonoassorbenti facilmente installabili, consente la massima personalizzazione dei livelli di abbattimento e riduzione del rumore.
Un attento studio è, inoltre, dedicato al sistema di ventilazione interno basato su ventole a velocità variabile contenute nel soffitto acustico.
Il must del progetto risiede nella sua facilità di installazione, nel rispetto di quella flessibilità di cui si scriveva poc’anzi e che oggi è considerata requisito indispensabile nel workplace design contemporaneo.
La richiesta diffusa dei committenti, che Etoile mira a soddisfare con l’introduzione di queste nuove soluzioni progettuali, è che ciascuna postazione possa essere smontata e riassemblata rapidamente in altra posizione o con altra configurazione, come in una sorta di ‘Lego’ con moduli standard aggregabili in vario modo.
“Se qualche anno fa i box acustici erano appannaggio dei mercati esteri e delle aziende dai grandi open space” – conclude Pampanoni – “oggi le problematiche operative che risolvono e le opportunità che offrono, li rendono prodotti appetibili e diffusi anche in Italia.”
News
Tecnologia e design. L’evoluzione degli spazi di lavoro.
Dagli open space ai phone e meeting booth, come cambia la filosofia del workplace design
Negli ultimi anni, il progresso tecnologico ha assunto un’accelerazione esponenziale, impattando in modo significativo su tutti gli ambiti del vivere e dell’agire quotidiano.
Tra i settori più fortemente influenzati da questi rapidi mutamenti, anche culturali, c’è senz’altro la progettazione di uffici e spazi di lavoro in genere.
Per secoli il rapporto tra operatore, scrivania, strumento per scrivere, supporto di scrittura e ambiente circostante si è evoluto con gradualità e continuità.
Lo studiolo di Federico da Montefeltro è stato il modello dell’ufficio (ma potrebbe essere anche considerato l’archetipo), con suppellettili e arredi funzionali ricorrenti fino alla fine del secolo scorso. Nell’ultimo trentennio, invece, il rapporto con la postazione di lavoro è radicalmente cambiato.
L’utilizzo di strumenti sempre più innovativi e avanzati ha reso possibile lavorare ovunque, in ufficio, a casa o altrove, nei tempi e nei modi più disparati.
Lo smart working, soprattutto dopo il periodo Covid, è entrato prepotentemente nella quotidianità di moltissime persone.
L’avvento di nuove tecnologie ha portato, infatti, a una altrettanto rapida e profonda trasformazione nella filosofia del workplace design.
Con grande sforzo di semplificazione, potremmo fissare tre punti saldi che hanno impresso delle svolte epocali nel modo di concepire gli ambienti professionali:
- 1973 Motorola presenta il primo telefono cellulare;
- 1981 IBM presenta il primo Personal Computer;
- 1993 il CERN rende di dominio pubblico il World Wide Web.
I pc portatili con batterie a lunga durata, i telefoni cellulari con le loro capacità di trasferimento di dati e informazioni e la diffusione delle reti wi-fi, hanno dilatato gli spazi di lavoro portandoli ad avere una dimensione non solo architettonica, ma sempre più urbana e territoriale.
Immagini di persone che lavorano nei bar, negli aeroporti o nei parchi è sempre più frequente e consueta.
Lavorare seduti, in piedi o stesi su comodi divani, è diventata la prassi, che piaccia o meno.
Gli uffici contemporanei presentano layout molto dinamici, studiati per soddisfare diverse modalità d’uso, dalle più ‘agili’ ed evolute a quelle più rigorose e tradizionali.
Sempre più spesso le postazioni sono comuni e non riservate ai singoli operatori, caratterizzate da aree formative, riunioni o conviviali e zone di brainstorming, in cui le funzioni operative e relazionali si mescolano in un flusso comunicativo intensissimo.
Non a caso, i criteri cui viene improntata con frequenza sempre maggiore la progettazione degli ambienti possono essere enucleati in:
- Flessibilità e mobilità;
- Collaborazione e condivisione;
- Benessere e comfort;
- Sostenibilità e impatto ambientale.
Gestire situazioni in continua evoluzione, moduli da variare sistematicamente, garantire comfort illuminotecnico e termo igrometrico, mantenere un ottimale livello di assorbimento o abbattimento acustico, hanno generato infinite soluzioni di arredo.
Tipologicamente la più innovativa è quella dei Phone Booths, cabine acustiche in vario formato che creano ‘oasi’ di riservatezza all’interno di uffici altrimenti rumorosi.
L’incremento delle conversazioni telefoniche e delle riunioni online ha richiesto la creazione di spazi indipendenti e performanti, capaci di coniugare un’adeguata separazione dall’ambiente circostante, con una ‘trasparenza’ che permetta il contatto visivo con il contesto di lavoro, un’idonea illuminazione per supportare correttamente gli specifici compiti visivi, una corretta ventilazione per migliorare la vivibilità interna, nonché soluzioni ergonomiche per promuovere una postura corretta e prevenire problemi di salute legati alla sedentarietà. Anche la consapevolezza ambientale è diventata una priorità per molte organizzazioni, che stanno sfruttando nuove tecnologie per la creazione di workspace sostenibili ed eco-compatibili, utilizzando soluzioni energetiche efficienti, materiali riciclabili e sistemi di gestione intelligente dei rifiuti.
A partire dal 2019 le aziende leader nella produzione di box acustici hanno iniziato un percorso progettuale di relazione con spazio circostante, puntando sia sulle finalità operative interne, ormai note e collaudate, che su quelle esterne. Questi moduli, originariamente autonomi, hanno iniziato a essere integrati con pareti, pergolati, contenitori e scaffalature, tanto da creare veri e propri ‘villaggi’ interni all’ufficio, svincolate dalle murature d’ambito e dagli impianti.
Le diverse aggregazioni di salette riunioni, uffici, cabine training, spazi formazione, aree break e postazioni di lavoro interdipendenti, sono diventate gradualmente “architetture nell’architettura”, affermando in modo chiaro il valore della flessibilità e della funzionalità dell’ufficio 4.0.
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Le interviste di Etoilepeople: Manuela D’Elia
“Ogni lavoro è una sfida e ogni progetto un vestito su misura”
LE INTERVISTE DI ETOILEPEOPLE: MANUELA D’ELIA CI RACCONTA IL TREND DEI WORKPLACE NELLE CITTÀ METROPOLITANE
Madea è un’agenzia campana con esperienza decennale nell’arredamento di spazi di lavoro.
Offre supporto tecnico e commerciale ai dealer del settore, architetti e interior designers e in ogni caso in cui sia utile una consulenza specialistica per la progettazione e realizzazione di uffici, collettività e comunità, aree food aziendali o strutture ricettive come lounge bar. È stata fondata da Manuela d’Elia, psicologa di formazione e agente di arredamento per eredità ricevuta, che ha trovato in Madea la perfetta sintesi tra la ricerca e la vendita: “Ogni lavoro è una sfida e ogni progetto un vestito su misura, realizzato con cura e rispetto delle esigenze del committente. Un viaggio piacevole, a volte tortuoso, sempre volto a trovare la perfetta soluzione di arredo per quella specifica azienda, nella convinzione che il workplace sia l’elemento fisico che esprime la cultura d’impresa e ne debba rispecchiare l’organizzazione”. Madea è da anni partner ed esclusivista per la regione Campania di Etoile, con cui condivide l’attenzione e la cura di tipo sartoriale nella gestione dei lavori, insomma un processo tailor made calzato a pennello sui propri committenti. Oltre ad offrire un ampio catalogo di arredi e sedute, è specializzata in soluzioni progettuali per ottimizzare gli spazi interni. Dopo un attento studio delle caratteristiche strutturali degli ambienti e delle specifiche esigenze di vivibilità, progetta impianti di pareti divisorie per ristrutturare gli spazi e adattarli al meglio garantendo funzionalità, ricercatezza estetica, confort acustico e benessere ambientale.
Intervista a Manuela d’Elia
Madea opera nel contesto di una grande città metropolitana come Napoli. Quali sono le complessità di questo particolare mercato che si trova ad affrontare ogni giorno?
Purtroppo, Napoli è una città che cresce tra vari impedimenti, alcuni culturali altri infrastrutturali. Certamente la creatività dei napoletani che si esprime anzitutto nel colore e nell’allegria dei suoi posti e della sua gente, mentre fa da sfondo ad una bellissima cartolina, crea un rumore di fondo che rende complicato l’instaurarsi di modus operandi più fluidi e magari funzionali, come potrebbe per esempio essere l’innovazione di impresa, tema sul quale la città è mediamente indietro. E questo è un esempio di vincolo culturale.
Dal punto di vista infrastrutturale ci sono impedimenti probabilmente molto più facili da eliminare perché dipenderebbero dalla decisione di pochi: mi riferisco al cablaggio delle zone pubbliche, dall’esistenza di sistemi di informazione in grado di arrivare all’intera popolazione e mettere in comunicazione i cittadini, all’esistenza di servizi pubblici in grado di favorire lo sviluppo dell’economia e la salvaguardia dell’ambiente: co-working, luoghi per lo smart working, business center funzionali e moderni… su questo la città non è ancora attrezzata, a scapito di aziende, lavoratori e dell’ambiente urbano e naturale.
E quali le tendenze e le richieste dei committenti della sua agenzia, nel segmento specifico degli arredi per uffici e spazi di lavoro?
C’è una chiara demarcazione tra un modus operandi “old school”, dove per arredo ufficio si intende una scrivania operativa 160×80 con cassettiera su ruote e sedia ergonomica UNIEN 1335, e un modo più attuale e ragionato di arredare gli spazi di lavoro.
Madea come agenzia accoglie le esigenze di chi intende la sede aziendale in maniera più ampia, tenendo in conto la funzionalità degli ambienti ai fini della produttività aziendale e del benessere dei lavoratori. Da questo punto di vista le richieste dei committenti sono sempre più spesso legate alla necessità di lavorare meglio ottenendo una sede aziendale rispettosa degli spazi collettivi ed individuali o a quella di avere la possibilità di svolgere attività nuove, come le video conferenze.
L’organizzazione aziendale evolve sempre più verso paradigmi nuovi, in rapido e continuo mutamento. Per questo, mutuando il concetto da Bauman, lei ama parlare di “azienda liquida”. Ci spiega di che si tratta?
Nell’approccio di Madea l’azienda liquida è un complesso di attività produttive che puntano ad un medesimo obiettivo ed interesse comune, che è la mission aziendale, così come l’ha concepita il suo fondatore. Vista in questi termini l’azienda include tutte le attività, i luoghi fisici e virtuali che contribuiscono al successo di un’impresa e dunque non la si può assolutamente costringere in un layout tradizionale, fatto di ufficio direzionale, reception e stanze operative, magari (anzi sicuramente) con la macchinetta del caffè nascosta nello sgabuzzino.
Liquida è l’azienda che cambia forma per realizzare i suoi obiettivi: attività non costrette in una stanza specifica o alla scrivania, ma obiettivi raggiunti in modi ogni volta reinventati.
Le aziende si distinguono per avere diverse culture organizzative: la cultura del lavoro nel corso del tempo si è evoluta e dopo la pandemia ne abbiamo avuto più facilmente evidenza: con layout stravolti dove le riunioni possono essere virtuali e i gruppi di lavoro incontrarsi nell’area relax.
Gli uffici activity-based sono un esempio secondo me perfetto per chiarire il concetto di azienda liquida. In essi la parola d’ordine è flessibilità e creatività! È la rivincita della libertà sulle gerarchie aziendali, la rinascita di attività temporanee che mutano nel tempo, contratti sempre meno vincolanti sia per aziende che per dipendenti, metodologie di lavoro più orientate al raggiungimento degli obiettivi e meno agli orari standardizzati.
Sappiamo che il suo lavoro parte da un accurato briefing condotto con tecniche di Psicologia delle Organizzazioni. Quant’è importante, in fase progettuale, questo approccio sulla definizione degli asset d’impresa in termini di risorse, processi e HR?
Questo lavoro preliminare che svolgiamo è la caratteristica distintiva della consulenza Madea: solo comprendendo appieno le caratteristiche specifiche della committenza possiamo essere realmente utili nell’edificare sedi aziendali che funzionano e rispecchiano la cultura d’impresa e dove le persone lavorano meglio perché stanno meglio.
Madea vanta una partnership ormai decennale con Etoile. Può dirci qual è il valore aggiunto che ha creato un legame così solido e performante tra le vostre realtà?
Decisamente l’approccio taylor made. È un valore fondante per noi quanto per Etoile, su questo ci siamo subito intesi.
È il concetto da cui scaturisce poi tutto il resto ovvero lo spirito di squadra e la passione. Ogni progetto è un territorio fertilissimo per esprimere know-how e contribuire con le proprie competenze a segnare un nuovo traguardo.
Ci sono diversi aspetti della produzione Etoile che ritengo eccellenti e tutti accomunati dalla stessa matrice che è il potente know-how sul tema parete divisoria.
In primis c’è l’ampiezza di gamma: sfido a trovare un brand che proponga una famiglia di pareti divisorie monolitiche con tante varianti. Avere possibilità di scelta anche su una soluzione comune di partizione vetrata è un’arma vincente per il progettista ed esprime il modus operandi di un’azienda che non trascura nessuna esigenza del cliente.
Allo stesso modo, la palette di finiture è, per me che adoro lavorare con materiali e colori, un plus senza eguali nel mondo della parete. È abbastanza comune che un assortimento di materiali e finiture sia disponibile nell’arredo casa e sta diventando usuale anche nell’arredo ufficio, ma nel mondo della parete divisoria (notoriamente più tecnico che estetico) è piuttosto raro. Poter ragionare così dettagliatamente sul design di un progetto di arredo contract è possibile solamente con un’azienda come Etoile.
Quello che soprattutto ritengo unico in Etoile è l’attenzione alle prestazioni della parete divisoria, che mi permette di affrontare veramente qualunque progetto senza timori. Tutti i prodotti sono certificati (oltre che naturalmente per gli aspetti di sicurezza) anche per le prestazioni acustiche. Ho una gamma di livelli di abbattimento acustico che mi permettono di soddisfare sempre le richieste del cliente, ottimizzando il budget in funzione delle necessità. Etoile ha pareti divisorie di ogni tipologia (legno, vetro, strutturali e non) che vanno dai 32dB di isolamento acustico fino ai 46 dB.
A tal proposito, il mio prodotto preferito è la parete divisoria monolitica UNICA SC2. Profilo a terra in alluminio a sezione ridotta 47x40mm personalizzabile in tutti i colori RAL e 40db di abbattimento acustico sul vetro singolo. Il montante di partenza da 51mm ha una bellissima porta complanare a tenuta acustica con maniglia di design: che vuoi di più dalla vita?
Potrei raccontare molto altro su quest’azienda che non smette di sorprendermi. La case history di FORA (che ha dato poi vita alla parete FORA STYLE) credo sia emblematica. Ingegnerizzare una parete divisoria con quelle caratteristiche solo per accontentare un’esigenza di un cliente non è affatto cosa comune! Tra l’altro il risultato ha dell’eccellenza sia dal punto di vista del design che prestazionale. Una chicca!