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The Italian touch
L’influenza del design italiano nel mondo
‘Italian touch’ è un’espressione incisiva ed efficace che, sempre più spesso, viene associata dai media alla percezione d’eccellenza di cui gode il nostro design nel mondo.
Quello italiano è uno stile unico e originale, frutto del percorso di una civiltà millenaria che si è sublimata nel tempo, permeando in modo capillare ogni forma di cultura e di arte.
Un ‘tocco magico’ che si caratterizza non solo per una continua ricerca della bellezza, fatta di forme eleganti, linee pulite e materiali di pregio, ma è anche il portato di un ‘saper fare’ che incorpora elementi di artigianato e tecnologia avanzata, creando un ricercato equilibrio tra tradizione e innovazione.
I designer italiani sono, da sempre, i più abili nel creare oggetti allo stesso tempo funzionali e attraenti, con un’enfasi particolare sulla cura dei dettagli e la raffinatezza estetica.
Il nostro paese è stato, infatti, tra i primi a riconoscere e valorizzare il disegno industriale e architettonico come elemento distintivo della propria identità, financo come strumento di promozione economica e culturale.
Negli anni, il design italiano ha saputo imporsi nel mondo come una delle principali espressioni del Made in Italy, elevandosi a simbolo di prestigio e d’eccellenza.
Un successo dovuto in primo luogo alla sua grande versatilità, in grado di spaziare dall’arte all’architettura, dall’arredamento alla moda, dall’oggettistica al settore automobilistico.
Ciò grazie soprattutto alle numerose aziende e ai progettisti, che hanno saputo esprimere al meglio la propria creatività e la propria capacità tecnica, assurgendo a veri e propri modelli universalmente riconosciuti.
Potremmo provare a datare la nascita di questo fenomeno nel 1928, quando Gio Ponti contribuì a fondare la rivista ‘Domus’, poi dimostratasi una delle principali fonti di ispirazione per designer, artisti e imprenditori di tutto il mondo.
Negli anni ’50 e ’60, furono Ettore Sottsass e i membri del suo studio, conosciuti come ‘Gruppo Memphis’ a portare una ventata di freschezza e innovazione, creando pezzi unici e ‘stravaganti’ che hanno influenzato molti designer successivi.
Nel frattempo, i fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni realizzarono alcuni degli elementi di design più iconici e duraturi della storia.
Alessandro Mendini, invece, fu uno dei principali rappresentanti del movimento post-modernista, progettando pezzi che univano ironia, colore e forme geometriche.
Questi solo per citare alcuni dei nomi più famosi della storia del design italiano, pur nella consapevolezza di far torto a generazioni di altri maestri innovatori del calibro di Marco Zanuso, Piero Fornasetti, Joe Colombo, Vico Magistretti, Mario Bellini, ma l’elenco sarebbe davvero troppo lungo.
Nel corso degli anni ’70 e ’80, il design italiano divenne poi sempre più importante a livello internazionale, con il lancio di molte nuove aziende e marchi che hanno contribuito a creare un’immagine di marca forte e distintiva.
Tra i contemporanei Piero Lissoni, Patricia Urquiola e Antonio Citterio sono solo alcuni degli esempi di progettisti italiani che hanno raggiunto il successo internazionale grazie alla loro creatività, innovazione e capacità di unire tradizione e modernità. Attraverso le loro opere, hanno dimostrato che il design italiano è in continua evoluzione, pur non perdendo mai di vista identità e radici culturali. Grazie a loro e a tanti altri talenti del design italiano il mondo continua ad amare e valorizzare il made in Italy, una corrente potente e influente, un patrimonio culturale unico e un’inesauribile attrattiva per appassionati e cultori in ogni parte del mondo.
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Le interviste di Etoilepeople: Armenio Estima Martins CEO e founder Divilux
Un percorso comune di persone e di valori
LE INTERVISTE DI ETOILEPEOPLE: ARMENIO ESTIMA MARTINS CEO E FOUNDER DIVILUX
Fondata nel 1990, Divilux si dedica alla produzione, allo sviluppo e all’installazione di pareti divisorie in vetro e sistemi integrati d’arredo per uffici e workspace.
L’azienda è attualmente riconosciuta come punto di riferimento in Portogallo e Spagna nel suo segmento di mercato ed è uno dei principali player in numerose altre nazioni come, Francia, Canada e Angola.
Divilux, grazie anche alla collaudata partnership con Etoile, è in grado di offrire un’ampia gamma di soluzioni personalizzate, in grado di soddisfare tutte le richieste dei clienti più esigenti.
Tutto ciò è reso possibile grazie a una solida realtà industriale, con un insediamento produttivo di circa 4500 mq, di cui 800 mq di uffici e showroom, dove ogni giorno prende vita un mix vincente tra tecnologia innovativa, manodopera altamente qualificata e sapiente lavoro di squadra.
Armenio Estima Martins è il vulcanico fondatore di Divilux cui abbiamo voluto porre alcune domande, in occasione del nostro Open Day “L’immagine oltre l’esperienza”, per ricostruire il percorso comune e consolidato nel tempo di queste due realtà importanti e di successo.
Divilux vanta una partnership con Etoile consolidata in oltre 25 anni. Come nasce questa sinergia?
I primi contatti risalgono alla metà degli anni ‘novanta, quando ancora lavoravo per un’azienda portoghese di mobili per ufficio, che poi ho rilevato insieme ad altri soci. È stato allora che, avendo conosciuto il valore tecnico e progettuale di Fabio Santoni, ho deciso di proporgli un accordo che permettesse a entrambi di ottimizzare il patrimonio di conoscenze e abilità operative, di tipo tecnologico, commerciale, finanziario e strategico che avevamo acquisito nelle nostre precedenti esperienze. Così abbiamo optato per un contratto di cessione di know-how, uno strumento che ancora era decisamente innovativo e non poi così diffuso. Questo ci ha permesso di investire sempre più risorse sulle capacità produttive di Divilux, beneficiando della ricerca e dello sviluppo continuo di soluzioni da parte di Etoile. Nei nostri stabilimenti produciamo la gamma completa di pareti, divisori e armadi: Metrica®, Unica®, Cubica®, Ritmica® e la più recente Wood® Ritmica. Tutti progetti che siamo in grado di personalizzare e installare direttamente grazie alle nostre maestranze specializzate e a una tecnologia continuamente aggiornata. Il legame profondo che ci lega a Etoile non si esaurisce al trasferimento di saperi e competenze, ma si basa prima di tutto su un’amicizia autentica e sincera che da decenni condividiamo con Fabio e i suoi collaboratori.
Qual è il valore aggiunto, riconosciuto ai prodotti Divilux, che vi ha permesso di diventare un’azienda leader nei mercati in cui siete presenti, primo tra tutti quello portoghese?
Per rimanere in tema di valori condivisi, quello che maggiormente ci accomuna a Etoile è l’attenzione alla qualità e alle persone. Le nostre soluzioni sono tagliate su misura per clienti, nella consapevolezza che la funzionalità e l’estetica degli ambienti di lavoro deve procedere di pari passo con il benessere di chi fruisce quotidianamente di questi spazi. Questo comporta un grande sforzo sia da un punto di vista progettuale che nella scelta dei materiali più salubri, sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Una ricerca che ci spinge a migliorarci continuamente e ci differenzia da molti competitors internazionali.
Un valore aggiunto che il mercato ormai capisce, apprezza e premia.
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workspace color inspiration
Etoile – ricerca e sviluppo
In Etoile conosciamo l’importanza della scelta delle palette da utilizzare per realizzare spazi di lavoro confortevoli e funzionali.
Sappiamo quanto i colori influiscano sugli stati d’animo, sull’umore e sulle interazioni interpersonali.
Nessuna opzione cromatica ha un effetto neutrale, ogni abbinamento è in grado di influenzare e canalizzare la percezione della realtà di quanti si trovano a operare all’interno di un dato luogo.
Alcuni colori sono notoriamente rilassanti, alcuni eccitanti o energizzanti. Altri ancora possono alterare lo stato di concentrazione, distrarre o essere addirittura disturbanti.
Pertanto, qualunque sia l’effetto cercato, un buon progetto non può prescindere da uno studio accurato anche di questa dimensione, troppo spesso relegata al mero dominio dell’estetica.
Proprio in questa direzione Etoile ha predisposto una serie di soluzioni, fortemente customizzabili, per realizzare ambienti ‘su misura’, perfettamente funzionali a qualunque occorrenza del committente.
Nella bacheca ‘ispirazionale’ che segue, ci piace proporre alcune libere suggestioni ad uso di chi ci legge.
Si tratta progetti realizzati negli ultimi anni da una azienda partner londinese, specializzata nella creazione di ambienti di lavoro premium, veri e propri hub per business people di tutti i settori.
Il filo conduttore di tutti questi workspace è un sapiente e misurato uso dei colori e l’utilizzo delle nostre pareti fora style® in abbinamento a metrica® cieca.
In queste immagini mostriamo un’elegante struttura d’epoca in Greencoat Place, attrezzata con elementi di design contemporaneo e sostenibilie.
È subito evidente l’applicazione diffusa del verde, il colore più presente in natura, che promuove sensazioni di equilibrio e migliora le prestazioni creative dei lavoratori.
Nell’ ex magazzino di tessuti anni ’30, sito in Wells Mews, prevale l’uso di colori caldi e dalle tonalità vivaci nelle pareti e negli elementi d’arredo. Il giallo è utilizzato per favorire la creatività e stimolare sensazioni di ottimismo. Il blu, nelle sue diverse nuances provoca percezione di stabilità e sicurezza.
In questo spazio realizzato in Arnold House, un ambiente naturalmente inondato di luce ben si coniuga con un generoso uso del bianco nelle pareti, colore di base vitalizzante e rigenerante. Allo stesso tempo, le griglie marroni molto evidenti, contrastano la sensazione di monotonia ed evocano sensazioni di solidità, di durevolezza e di stabilità
A un minuto di cammino dal suggestivo quartiere di Shoreditch, trova il suo ambiente naturale il nuovo progetto Montacute Yards che si articola in sette piani di spazi di lavoro, posti sopra ristoranti, negozi, caffetterie e un caratteristico mercato di street food. Ampi spazi di luce, amplificati dall’uso del legno chiaro naturale, fanno risaltare gli arredi e i complementi dalle vivaci cromie che alimentano gli stimoli creativi e l’intelligenza percettiva.
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i colori nel design
L’influenza cromatica sui comportamenti umani è materia di studio da centinaia di anni
La nostra continua ricerca sulle migliori soluzioni di benessere negli spazi di lavoro non può certo ignorare un aspetto tanto importante come quello della scelta dei colori, in particolare del modo in cui questi sono in grado di incidere sul confort di un ambiente e sull’umore delle persone.
Senza scomodare la cromoterapia o altre pratiche di medicina alternativa, sappiamo che è nota da molto tempo l’influenza dei colori nella determinazione degli stati d’animo e dei comportamenti umani.
Il primo approccio scientifico allo studio del colore è stato quello dell’inglese Isaac Newton (1642-1727). Fu un suo articolo, poi divenuto celebre, a divulgare i risultati degli esperimenti condotti con la rifrazione della luce attraverso prismi di vetro, con cui riuscì a definire i sette colori primari: rosso, arancione, giallo, verde, blu, viola e indaco. Teorizzò che i corpi luminosi emettevano dei corpuscoli immateriali, una sorta di “atomi di luce” che, viaggiando in linea retta e a velocità iperbolica, producevano i raggi. La luce “bianca”, per Newton, era una miscela di altrettante specie di corpuscoli quanti erano i diversi colori.
La cosiddetta teoria corpuscolare ha dominato la fisica per quasi un secolo.
Fu Johann Wolfgang von Goethe, che oltre ad essere un grande letterato era anche pittore e scienziato, a mettere in risalto nel suo saggio ”Zur Farbenlehre” del 1810 la complessità del fenomeno cromatico e l’ingerenza non trascurabile che ha l’organo della vista nei confronti della percezione luminosa e della sua traslitterazione nel colore. Propose per primo una visione estetica e artistica, mettendosi in contrasto con quella strettamente scientifica di Newton: “Si è dimostrato per esteso che ogni colore produce sull’essere umano una particolare impressione manifestando a quella stregua la sua natura all’occhio e all’animo. Ne consegue direttamente che il colore può venire usato per determinati scopi sensibili, morali ed estetici”. Per Goethe i colori sono, infatti, qualche cosa di vivo e di umano, e che trovano la loro completa giustificazione fenomenologia in quella macchina fisica che è l’occhio umano e nel meccanismo della visione, ma anche e soprattutto nella spiritualità e nell’animo dell’osservatore“.
Con analoga ottica, indagando dimensioni intime e profonde, Vasilij Kandinskij (1866-1944) stabilì un nesso strettissimo tra l’opera d’arte e la dimensione spirituale, affermando che queste si influenzano a vicenda.
Nella sua opera filosofica “Lo spirituale nell’arte” (1909) scrisse: “In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente un’anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima. È chiaro che l’armonia dei colori è fondata solo su un principio: l’efficace contatto con l’anima. Questo fondamento si può definire principio della necessità interiore”. Per Kandinskij il rosso è, ad esempio, un colore caldo e dilagante, che agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace, irrequieto. Dimostra un’energia immensa e quasi consapevole. Genera agitazione e fervore introversi. Il rosso è corporeo, richiama il violoncello. Il Rosso caldo chiaro (Saturno) provoca sensazione di forza, energia, determinazione, tensione, gioia, trionfo. Evoca il suono delle fanfare e della tuba. Il Rosso medio (cinabro) ha la stabilità di un sentimento profondo, è come una passione che arde senza scosse, una forza sicura di sé che si può spegnere solo nel blu. Suona come una tuba o un forte rullo di tamburo. Di tutt’alto impatto è il grigio, che definisce “immobilità desolata”. Non è né colorato, né chiaro, né scuro. Il grigio è il nulla di tutto, la sua particolarità è la neutralità più completa”. Il blu, suggerisce Kandinskij, è l’elemento della quiete e quanto più è profondo tanto più fortemente richiamerà l’uomo verso l’infinito. Sono solo alcune delle suggestioni associate ai colori dall’artista russo, il cui tracciato è stato idealmente ripreso nei primi decenni del Novecento da Max Lüscher, psicoterapeuta, sociologo e filosofo svizzero.
Un percorso in cui il discrimine tra scienza, arte e spirito è assai sottile e ha originato tendenze in continua evoluzione a seconda dei diversi periodi storici. Gusti e sensibilità estetiche sono fattori variabili nel tempo e seguono ispirazioni mutevoli e contingenti. Quello che rimane costante in ogni architettura visuale è la ricerca di una percezione cromatica che possa stimolare sensazioni ed emozioni ben definite. Che nel caso dell’interior design applicato agli spazi di lavoro, assume un valore particolarmente articolato. Quest’ultimo ha il compito di comunicare valori, identità e autorevolezza, esattamente come farebbero un logo e un payoff aziendale; allo stesso tempo deve essere rassicurante e funzionale al benessere psicofisico di chi quotidianamente opera negli ambienti. È convinzione ormai diffusa che un’oculata ed armonica scelta dei colori possa diminuire il disagio lavorativo e ridurre il rischio di infortuni. Di più, è dimostrato che l’utilizzo razionale di certe nuances o abbinamenti di cromie sia da stimolo alla creatività e alla produttività. Appare evidente, quindi, quanto la scelta dei colori concorra alla buona riuscita del progetto di un workspace confortevole e funzionale, al pari di altri importanti fattori come l’assorbimento acustico, i rapporti aeroilluminanti e i materiali da utilizzare.
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L’immagine oltre l’esperienza. racconto di un’evoluzione
Open day dedicato alla nuova comunicazione di Etoile con gli stakeholder dell’azienda
Si è tenuto, lo scorso 25 novembre, l’open day di Etoile “L’immagine oltre l’esperienza” che ha ripercorso, in una narrazione appassionata e vivace, la storia dell’azienda alla presenza di tutti gli stakeholder di questa realtà importante e di successo. L’evento ha scandito, grazie al racconto dei protagonisti, le tappe di un’evoluzione ricca di accadimenti di un’impresa che oggi rappresenta un punto di riferimento, a livello nazionale e internazionale, per quanto riguarda le pareti e gli arredi per ufficio. È stata anche l’occasione per riunire, per la prima volta dopo tanti anni di attività, agenti, dealers e i professionisti che gravitano intorno a questa realtà, provenienti da tutta Italia e dall’estero. Scopo dell’incontro, in cui si sono intervallati gli interventi di numerosi relatori, era quello di analizzare il posizionamento di Etoile sul mercato, della sua reputation, della qualità e competitività che è in grado di contrapporre ai propri competitor diretti. Un’accurata indagine, condotta con il contributo esperienziale degli operatori presenti in sala, che ha permesso di addivenire a un’efficace sintesi della situazione attuale. Alla luce di tutto questo è stata, infine, illustrata ai presenti la nuova immagine coordinata che sintetizza e aggiorna lo stile che da sempre contraddistingue l’azienda. Non un’operazione meramente formale, ma un’azione comunicativa che si sostanzia nel nuovo Portrait come documento riassuntivo di stile, esperienza, competenza e affidabilità. L’immagine diventa, con questo strumento, un importante valore aggiunto che permette di condividere con i propri stakeholder la grande esperienza maturata, che può finalmente essere trasferita all’esterno grazie a una rinnovata consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità.
Il meeting è stato introdotto dall’Art director, Architetto Paolo Pampanoni, che ha definito le rules of engagement della giornata, per poi lasciare la parola a Fabio Santoni, CEO & Founder dell’azienda. Quest’ultimo, dopo aver salutato gli intervenuti, ha voluto ringraziare i collaboratori interni, gli agenti e i collaboratori commerciali e tutti quelli che sin qui hanno creduto nel valore di Etoile e hanno contribuito a portarla all’ottimo livello produttivo e commerciale di cui oggi può fregiarsi.
Santoni, ha poi rivolto un caloroso benvenuto ad Armenio Estima il titolare della società portoghese Divilux che, da oltre 25 anni, è partner affidabile grazie alla cessione del know-how e ha permesso una maggiore diffusione all’estero dei prodotti di Etoile.
Nell’intervento successivo, l’Amministratore Alessio Santoni ha presentato i risultati economici, produttivi e di sviluppo raggiunti ad oggi e ha prospettato gli obiettivi futuri da ottenere in linea con la mission aziendale, che può essere riassunta nelle tre parole chiave: Flessibilità, Efficienza e Qualità.
Al consulente finanziario Gianluca Canuti è spettato, invece, il compito di eseguire un’attenta lettura e analisi dei parametri aziendali da mettere in riferimento alla situazione attuale del mercato e ai competitors di Etoile.
Il Direttore commerciale Corrado Caimmi ha, quindi, tracciato l’identikit di un’azienda dinamica e affidabile, anche alla luce delle numerose certificazioni che può vantare, come la ISO 9001 sull’efficacia dei processi della qualità, la Mappatura Leed sulla sostenibilità degli edifici (fortemente considerata negli Usa) e la Certificazione FSC per una gestione forestale responsabile. Dopo averne descritto il DNA fortemente orientato alla qualità dei prodotti, alla competenza del personale, all’innovazione nelle tecnologie e alla cura “tailor made” delle personalizzazioni, ha illustrato la strategia commerciale dell’azienda e gli obiettivi pianificati per il prossimo futuro.
Matteo Massi, Responsabile ufficio acquisti di Etoile, ha ripercorso l’andamento del mercato degli ultimi anni in riferimento ai costi delle materie prime che, dalla situazione eccellente del 2019, è passato alla paura e all’incertezza dovuta alla pandemia del 2020, alla carenza di forniture del 2021, fino al 2022 con il costo dell’energia fuori controllo.
Dopo la pausa del Coffee Break, Angelica Giannoni ha spiegato gli aspetti creativi e comunicativi della nuova immagine coordinata, che punta sul rigore dei tratti come elemento identificativo in continuità con lo stile dell’azienda. Il logotipo stesso, oggetto del restyling, è l’evoluzione in chiave contemporanea del primo marchio storico dell’azienda.
A questo punto l’Art director Paolo Pampanoni ha presentato il nuovo Portrait, che sarà d’ora in poi lo strumento principe di diffusione dell’immagine di Etoile, veicolandone lo stile, l’esperienza, la competenza e soprattutto dando grande evidenza alle persone e allo staff. Ai tradizionali, costosi e obsoleti cataloghi cartacei, saranno sostituite agili monografie di prodotto ricche di contenuti fotografici e tecnici, esclusivamente in formato digitale, affiancate da un Company profile continuamente aggiornato. Dopo la presentazione del Portrait, l’Architetto Pampanoni ha condotto un’analisi di benchmarking, confrontando e comparando i prezzi di Etoile con quelli dei prodotti dei principali concorrenti, così da evidenziare il posizionamento dell’azienda su specifici segmenti di mercato come quello di pareti e porte di diverse dimensioni. Infine, ha anticipato tramite rendering grafici alcuni futuribili progetti da realizzare, insieme a Divilux, di silent rooms e phone boot per ufficio.
L’open day di Etoile è stato chiuso dalla consulente Cristina Miseo che, dopo aver analizzato i principali strumenti social attualmente a disposizione, in considerazione del potenziale mercato di riferimento, ha prospettato le azioni di comunicazione pianificate per i prossimi mesi, auspicando il massimo coinvolgimento e interazione di tutta la rete commerciale. Ha, altresì, spiegato come la comunicazione si sia orientata negli anni da quella dedicata specificatamente al prodotto, ad una non più unidirezionale, fortemente legata alla relazione con il pubblico, alle sue esigenze e alle richieste di soluzioni. Ciò che deve essere diffuso all’esterno, per intercettare il proprio target desiderato, è la passione, la professionalità, il know-how e la capacità di problem solving. In poche parole, le persone e il gruppo di lavoro. Da qui il lancio ufficiale dell’hashtag #etoilepeople che d’ora in poi firmerà tutti i post dell’azienda.
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Le radici di un futuro sostenibile
Etoile – ricerca e sviluppo
Il ciclo aziendale firmato Etoile prevede la massima attenzione e il totale rispetto per l’ambiente
Etoile è una storia di passione che dura da trent’anni, attinge linfa da radici profonde e custodisce la sua anima originaria nella visione di un futuro di opportunità e di sviluppo, saldamente legata ai suoi valori fondativi.
È, ancor prima che una realtà industriale primaria a livello nazionale, un progetto aperto a un mondo globalizzato ma tracciato su principi inderogabili di rispetto delle persone, delle culture e dei territori.
In Etoile il concetto di sostenibilità si sposa in ogni azione con la concezione dell’ambiente inteso come bene e come ricchezza da preservare e valorizzare.
È appartenenza a una comunità di riferimento, a un humus da cui traiamo nutrimento per crescere ed espanderci sui mercati.
Questa è la chiave della nostra filosofia, che passa attraverso la preservazione della dimensione locale, intesa non solo come ambiente, ma soprattutto come sviluppo che possa creare valore sul territorio.
Il nostro faro da sempre è creare ricchezza per proteggere la nostra comunità con una crescente attenzione verso la valorizzazione delle risorse endogene, quali matrici di benessere e sviluppo per l’economia locale.
In quest’ottica il nostro made in Italy assume un valore che supera di gran lunga la semplice produzione o la scelta delle materie prime.
Per questo abbiamo selezionato i nostri fornitori praticamente a “Km0”, essendo tutti distribuiti nel raggio di 50 km dalla nostra azienda.
Le soluzioni ecosostenibili che abbiamo introdotto nei nostri cicli aziendali sono mirate al risparmio di risorse del pianeta: da quello energetico, alla riduzione degli scarti di produzione attraverso riciclo, alla razionalizzazione degli imballaggi per ridurne le componenti non necessarie, fino alla logistica ottimizzata in chiave sostenibile.
Il nostro impegno massimo si concentra da anni nel massimo impiego di produzione d’energia da fonti certificate rinnovabili e nell’economia del riuso, attraverso collaborazioni qualificate con partner in grado di reimmettere nel processo produttivo elementi derivanti dalla trasformazione del materiale recuperato da lavorazioni interne come metallo e legno.
È anche il senso della grande attenzione che la nostra azienda sta dedicando all’ottenimento della FSC, una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti, legnosi e non legnosi, derivati da foreste e piantagioni adeguatamente gestite e correttamente utilizzate.
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Il futuro nell’ecodesign
Qualità dei prodotti, riduzione dell’impatto ambientale e risparmio delle risorse, alla base nuovo modo di progettare “ecosostenibile”
Secondo il think tank statunitense Global Footprint Network, che ogni anno calcola i consumi da parte della popolazione e stima la biocapacità del pianeta, stiamo tutti vivendo come se avessimo a disposizione poco più di una Terra e mezza.
Questo sovrasfruttamento è dovuto in primo luogo all’aumento dell’impronta ecologica e alla deforestazione.
Nel 2022, rispetto allo scorso anno, è stato calcolato un aumento del 6,6% dell’impronta di carbonio e un calo dello 0,5% della biocapacità delle foreste a livello globale.
È in questa prospettiva di responsabilità collettiva che già da alcuni anni è nato e si è diffuso il concetto di ecodesign o progettazione sostenibile.
L’ecodesign è un modello virtuoso ispirato all’economia circolare, che si basa sull’impiego efficiente di risorse e materiali, riducendo l’impatto ambientale legato alla produzione e contribuendo a ridurre la quantità di scarti e rifiuti generati.
Questa pratica, infatti, non è limitata alla realizzazione di prodotti con materiali sostenibili, ma si applica all’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla sua progettazione, alla realizzazione, fino al suo utilizzo e smaltimento.
È un modus operandi che non si riverbera solo sulla sfera ambientale e climatica, ma investe direttamente anche quella sociale ed economica, proponendo un nuovo paradigma culturale.
L’ecodesign si basa, convenzionalmente, su sei principi fondamentali:
- Utilizzo di materiali sostenibili, realizzati usando energie rinnovabili;
- processi produttivi che favoriscano il risparmio energetico;
- qualità e durabilità del prodotto;
- riduzione dei rifiuti generati durante la realizzazione e l’uso del prodotto;
- semplificazione smontaggio, riciclo e riuso dei materiali che compongono il prodotto;
- Utilizzo di risorse rinnovabili, possibilmente locali e gestite in modo sostenibile che siano compostabili una volta terminato l’utilizzo.
Il design sostenibile è stato fortemente ispirato dal Bill of Rights for the Planet, i nove principi di Hannover relativi alla progettazione ecosostenibile, sviluppati durante l’Expo del 2000. Questa carta dei diritti si basa sui concetti come l’eliminazione del rifiuto, la ricerca costante del miglioramento, il riconoscimento dell’interdipendenza tra esseri umani e natura e la comprensione dei limiti del design.
In Europa L’ecodesign è normato dalla direttiva 2009/125/CE, dalla direttiva 2018/851 in tema di economia circolare e dalle norme ISO 14006, 14040 e 14044. Queste ultime, in particolare, grazie al metodo LCA (Life Cycle Assessment), permettono di valutare l’intero ciclo di vita dei prodotti e la loro interazione con l’ambiente, disciplinando la gestione della filiera, a monte e a valle del processo di produzione, in ottica di risparmio e recupero di energia e materiali.
In quest’ottica è importante anche valutare gli additivi che vengono inglobati nei materiali, poiché la presenza di alcune sostanze chimiche può limitare o impedire il riciclaggio e il riutilizzo di prodotti che giungono a fine vita.
Per concludere possiamo a buon titolo affermare che la progettazione sostenibile appresenti la nuova frontiera del design che trova applicazione in tutti i settori produttivi, in un percorso verso la transizione ecologica che porterà ad una nuova generazione di prodotti e materiali pensati per essere più duraturi, aggiornabili, riparabili e sostituibili, agendo sulla sola parte soggetta a usura tecnico-estetico-funzionale.
Tutto ciò comporta la diffusione di nuovi modelli di business “collaborativi”, che virano dalla concezione di prodotto a quella di “servizio al prodotto”, per i quali saranno centrali le strategie di estensione del ciclo di vita e di ottimizzazione della fase d’uso.
Il che sarà un elemento fortemente premiante per aziende dalla forte connotazione etica e qualitativa, rispetto ad altre che lavorano ancora nell’ottica consumistica e quantitativa dell’obsolescenza programmata.
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moodboard Etoile: finiture, texture e palette
Etoile – ricerca e sviluppo
Etoile fornisce tutti gli strumenti per realizzare workspace funzionali, confortevoli e con il massimo grado di personalizzazione grazie a una articolata serie di selezioni tra materiali, finiture, texture e palette.
Una sorta di suggestiva Moodboard, a disposizione di committenti e progettisti, da cui poter trarre la migliore ispirazione per ‘disegnare’ nel migliore dei modi l’ambiente che si vuole realizzare.
La tradizione sposa la sostenibilità nell’abbinamento di materiali naturali come legno e pietre pregiate, con soluzioni contemporanee in cui prevalgono vetri e metalli dalle finiture più disparate.
È la sfida continua di Etoile, fornire infinite possibilità di personalizzazione per spazi di lavoro esclusivi, funzionali e confortevoli.
La ricerca dell’armonia e del benessere avviene grazie all’uso sapiente di materiali, luce e colori in uno scambio continuo tra energia e relax, che si compendiano e completano nella scelta di texture naturali e dal design organico.
Le nuove tendenze del biodesign riscrivono il concept dei workspace in una ‘narrazione’ di ambienti intimi, confortevoli, a misura d’uomo e d’ambiente.
Etoile propone la realizzazione di spazi capaci di stimolare produttività e creatività dell’individuo all’interno di un contesto ‘protetto’ da un punto di vista termico, acustico ed estetico.
Protagoniste dei progetti le nostre palette morbide e naturali, abbinate alle venature del legno e alla matericità della pietra e di altri materiali naturali.
Un design tattile, ispirato alla natura, che coinvolge i cinque sensi in un mix di toni e trame alla ricerca di eleganti atmosfere sostenibili e contemporanee.
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la sostanza del design
Un percorso estetico ed etico tra i materiali, da quelli più tradizionali i fino ai più innovativi e sostenibili
La scelta dei materiali è uno degli elementi fondamentali per realizzare un buon progetto di interior design, che si tratti di un workspace, di un’esposizione commerciale o di un ambiente domestico.
Già dai primi brief con il committente viene individuato un tone of voice che possa essere rappresentativo dei valori e della narrazione che si intende rappresentare all’esterno.
È quello che potremmo definire lo stile, la personalità o il modo di porsi nei confronti dei propri interlocutori.
Ogni ‘sostanza’ ha una sua ‘cifra’ da un punto di vista comunicativo, che incide fortemente sull’impronta che si vuole dare al progetto d’ambiente.
Per intenderci, l’utilizzo di una moodboard composta di materiali più tradizionali trasmetterà una percezione di solidità, autorevolezza e forte attaccamento alle radici, mentre l’uso di soluzioni innovative racconterà propensione al cambiamento, ricerca continua e apertura creativa al futuro.
Alcuni materiali, come il legno e la pietra, possono poi essere declinati sia in progetti in cui prevalgano eleganza e raffinatezza, che in realizzazioni più orientate alla percezione di naturalezza e comfort ambientale.
In questo senso, una serie di recenti ricerche internazionali hanno analizzano i benefici per la salute e il benessere degli interni in legno nelle case, nelle aziende, nei luoghi di apprendimento e nei luoghi di cura, identificando benefici fisiologici e psicologici, come il miglioramento dello stato emotivo e del livello di auto-espressione della persona, la riduzione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e dei livelli di stress.
Anche per quanto riguarda i diversi tipi di pietra è sempre più diffusa la tendenza di considerarli come elementi irrinunciabili nella progettazione di interni, grazie alle loro versatili caratteristiche di salubrità, fono assorbenza e isolamento termico.
La combinazione di questi elementi naturali con vetro e acciaio, inoltre, permette di esaltarne la matericità e il fascino creando ambientazioni contemporanee, funzionali ed esclusive.
Pavimenti, rivestimenti, pareti attrezzate e piani di lavoro rappresentano un campo di applicazione sempre più vasto per i materiali naturali, grazie anche all’evoluzione delle tecnologie di lavorazione che ne moltiplicano le possibilità di trasformazione.
Allo stesso tempo sta emergendo una corrente, in particolare tra giovani progettisti della design community internazionale, che manifesta una sempre crescente attenzione e sensibilità ambientale, sperimentando nuovi processi fondati anche sul riuso e ricircolo di materie prime.
È il caso di materiali cellulosici completamente biodegradabili; di altri ricavati da frammenti di rovine, dall’upcycling di scarti industriali, dai gusci della frutta secca o da soluzioni più estreme come il recupero di mozziconi di sigarette.
Sono allo studio anche materiali coltivati biologicamente utilizzando lieviti e batteri in un processo di fermentazione e biotic.
Nuove strategie di biodesign vengono messe continuamente in campo per proporre alternative innovative, che ridefiniscano l’uso di energia, acqua, aria e rifiuti in ottica di economia circolare e risparmio delle risorse del pianeta.
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progetto – Original Birth
Etoile – ricerca e sviluppo
Realizzare da zero con cura sartoriale spazi di lavoro e di rappresentanza, dando forma alle idee e alla filosofia del committente. Rendere tangibili i valori fondanti di un’azienda, in un gioco di forme e linee che ne rappresentino la narrazione più autentica e immediatamente riconoscibile all’esterno. È questa l’essenza del contract tailor made di Etoile, un sistema coordinato e complesso di gestione di soluzioni integrate chiavi in mano, in grado di garantire un servizio su misura per qualunque esigenza e progetto.
Coniugare l’eleganza di ambienti preziosi dal tocco classico e di materiali naturali come legno e marmi pregiati, con la massima ottimizzazione funzionale degli spazi di una moderna realtà industriale.
È stata questa la sfida di questo appalto di interior contract che ci è stata proposta da Original Birth, azienda leader nel settore automotive, che doveva allestire un’area lavorativa di oltre 40000 mq. di cui 15000 coperti, con un magazzino industriale che movimenta più di 6 milioni di pezzi e componenti all’anno, distribuendoli in 58 paesi e in 5 continenti.
Protagonista del progetto è stata la parete Metrica s ®, che abbinata a Metrica® Cieca e a preziosi rivestimenti in travertino, ci ha permesso di realizzare spazi di lavoro raffinati e piacevoli, semplici nella loro complessità organizzativa eppure estremamente funzionali.
Eleganza e classicità, che comunicano autorevolezza e solidità, si compenetrano con le trasparenze delle pareti vetrate per esprimere volontà di chiarezza.
PROPOSTA:
Stile, ricercatezza e razionalizzazione dei workspace sono state le traiettorie in cui si è mosso, in perfetto equilibrio, questo progetto di contract per Original Birth.
Si è proceduto ad un’attenta selezione di complementi luxory, reperiti sul mercato o creati appositamente per il committente.
Il tutto è stato sapientemente contestualizzato in ambienti perimetrati da luminose pareti divisorie vetrate, nobilitati dall’uso del legno del travertino, alla ricerca di un esclusivo connubio ricerca formale, innovazione tecnica, qualità ambientale e funzionalità.