Domus ospita il nuovo progetto E.Box di Etoile

Est ‘Domus’ in Rebus

La prestigiosa rivista di architettura e design ospita il nuovo progetto E.Box di Etoile nel focus dedicato alla trasformazione dei luoghi di lavoro come metafora del cambiamento della società

Il numero di giugno del periodico Domus dedica un approfondimento allo stato dell’arte dell’ufficio, come “simbolo tangibile, e al tempo stesso la metafora, del concetto di lavoro, della sua consistenza e forse anche della sua reale possibilità di avvenire e trasformare il mondo”. È questo il contesto in cui la storica rivista, fondata da Gio Ponti nel 1928 e ‘diretta’ dal noto architetto britannico Norman Foster in qualità di Guest Editor per tutto il 2024, ospita tra le sue pagine un servizio dedicato all’ultimo nato di casa Etoile e Divilux. Ci riferiamo al progetto E.BOX, un concept contemporaneo di cabina acustica completamente di vetro, capace di integrarsi con tutte le collezioni di pareti già a catalogo.

Il progetto, sviluppato dall’architetto Paolo Pampanoni, permette la massima personalizzazione dei livelli di abbattimento e riduzione del rumore, grazie alla possibilità di impiego di vetri di diversi spessori e differenti prestazioni acustiche, come pure di pannelli fonoassorbenti facilmente installabili. Consente, inoltre la perfetta ‘attrezzabilità’ con piani di lavoro, pannelli acustici, tende e mensole. Tutto ciò è realizzato nel segno della sostenibilità, seguendo due direttive fondamentali: la prima legata alle prestazioni funzionali; l’altra alla semplicità costruttiva e alla separazione dei componenti a fine vita.

E.BOX si inserisce a pieno titolo nel quadro tracciato da Domus per riflettere su come stia cambiando il lavoro attraverso le nuove organizzazioni degli elementi spaziali. “La trasformazione dei luoghi, infatti, non è solo uno dei principali strumenti funzionali nell’esperienza professionale” – scrive nel suo editoriale Walter Mariotti – “ma soprattutto un’immagine efficace del cambiamento dell’idea del lavoro, della trasformazione culturale del lavoro nella nostra società”.