Green workspace e benessere ancestrale

Per la scienza il bisogno di natura è intimamente legato all’evoluzione della specie umana

Negli ultimi mesi i ricercatori Yuya Fukano e Masashi Soga, rispettivamente della Chiba University e della University of Tokyo, hanno proposto una nuova e suggestiva teoria sul perché il colore verde ci fa sentire bene. Lo studio, pubblicato lo scorso febbraio dalla British Ecological Society, ha presentato l’ipotesi “Greenery hypothesis“, suggerendo che il bisogno di ‘verde’ sia profondamente radicato con l’evoluzione della nostra specie. È infatti evidente come in ogni epoca storica, l’essere umano abbia sempre tratto giovamento dal contatto con la natura e anche in contesti urbani ha sempre ricercato questa connessione. Vari tipi di installazioni naturali sono state utilizzate, fin dagli albori degli insediamenti umani, per impreziosire spazi privati e comunitari e migliorare il benessere dei cittadini. I giardini sono una componente architettonica presente in tutte le culture, e anche la coltivazione di piante da interno è una passione popolare diffusa a livello globale. I ricercatori della Japan Society for the Promotion of Science hanno dimostrato con rigore scientifico la forte connessione dell’essere umano con la natura ‘feconda’. Secondo lo studio poc’anzi citato, la vegetazione rigogliosa innesca una risposta mentale positiva, mentre la sua scomparsa, come durante i periodi di siccità, segnala un degrado ambientale che può portare a risposte psicologiche negative e sentimenti di depressione. Queste reazioni psicofisiologiche sono state cruciali per la sopravvivenza umana durante i cambiamenti ambientali affrontati dai nostri antenati. Negli ultimi anni, il design degli spazi lavorativi aveva comunque già intercettato questa trasformazione culturale radicale. L’introduzione di elementi naturali, in particolare piante, aree e pareti verdi, ha da tempo trasformato l’ambiente d’ufficio tradizionale, rispecchiando un bisogno profondo dell’essere umano di riconnettersi con la natura, un concetto noto come ‘biofilia’. Termine, quest’ultimo, coniato dallo psicologo e psicoanalista Erich Fromm e successivamente approfondito dal biologo Edward O. Wilson, per descrivere l’innata attrazione dell’uomo verso la natura e i sistemi viventi. Questa connessione ancestrale sta guidando una vera e propria rivoluzione verde negli ambienti di lavoro, trasformandoli da spazi puramente funzionali a veri e propri rifugi rigeneranti. L’integrazione di elementi naturali negli spazi lavorativi, infatti, non è solo una questione estetica, ma porta con sé una serie di vantaggi concreti e misurabili e può avvenire in diverse modalità, adattabili alle esigenze specifiche di ogni ambiente:

  • Piante da Scrivania: L’aggiunta di piccole piante sulle scrivanie individuali può migliorare l’ambiente personale di ogni dipendente;
  • Pareti Verdi: Le pareti vegetali rappresentano una soluzione estetica e funzionale, capace di trasformare radicalmente l’aspetto e la qualità dell’aria di un ufficio;
  • Giardini Interni: Nelle strutture che lo permettono, la creazione di veri e propri giardini interni offre spazi di relax e rigenerazione per i dipendenti;
  • Verde Mobile: L’utilizzo di carrelli o scaffali mobili con piante consente una maggiore flessibilità nella disposizione degli elementi verdi.

Studi recenti hanno dimostrato che la presenza di piante negli uffici può significativamente ridurre i livelli di stress dei dipendenti. La ricercatrice Marlon Nieuwenhuis della Cardiff University ha evidenziato come la semplice vista di vegetazione possa abbassare la pressione sanguigna e diminuire i livelli di ansia. Inoltre, l’aria più pulita generata dalle piante, contribuisce a migliorare la qualità del sonno e a ridurre l’affaticamento, creando un ambiente lavorativo più salubre e sereno. Uno degli effetti più sorprendenti dell’introduzione del verde negli uffici è l’aumento della produttività. La ricerca condotta da Nieuwenhuis ha rilevato un incremento fino al 15% in ambienti arricchiti da piante. Questo fenomeno è attribuibile a diversi fattori: le essenze verdi stimolano l’attenzione e la concentrazione, riducono la stanchezza mentale e migliorano la qualità dell’aria, creando un ambiente più favorevole all’efficienza lavorativa.

La presenza di elementi naturali negli spazi di lavoro non solo migliora le performance, ma favorisce anche il pensiero creativo e l’innovazione. Secondo lo studio di Shibata e Suzuki del 2004, gli ambienti arricchiti da piante stimolano il pensiero laterale, incoraggiando approcci più creativi alla risoluzione dei problemi. Come si è già scritto, le piante svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la qualità dell’aria interna agli spazi di lavoro. La ricerca condotta da Lohr, nell’ormai lontano 1996, aveva già dimostrato che le piante non solo aumentano l’umidità relativa dell’aria, ma riducono anche i livelli di polvere e assorbono sostanze inquinanti, contribuendo a creare un ambiente più salubre.

In un’epoca in cui il benessere sul posto di lavoro è sempre più al centro dell’attenzione, grazie anche all’introduzione degli standard ESG, l’adozione di una filosofia ‘green’ all’interno degli uffici non è più un considerata un vezzo per imprenditori particolarmente illuminati, ma una vera e propria necessità. Le aziende che adottano questi valori, infatti, non solo contribuiscono al miglioramento della qualità della vita dei loro dipendenti, ma possono anche godere di vantaggi competitivi significativi nel lungo termine.

Il futuro degli spazi di lavoro sembra quindi orientato verso una sempre maggiore integrazione tra ambiente costruito e natura, in un equilibrio che favorisce la salute, la creatività e la produttività. Questa tendenza non solo riflette un cambiamento nel design degli uffici, ma prospetta un definitivo cambio di paradigma nella concezione stessa del lavoro e del benessere aziendale.