Le interviste di Etoilepeople: Fabio Santoni
Il design che cambia il lavoro
Fabio Santoni, fondatore di Etoile ci aiuta, in questa intervista, a esplorare in profondità l’attuale posizionamento dell’azienda sul mercato e le sue prospettive future, in risposta ai nuovi trend del settore.
Etoile si è affermata nel settore delle pareti divisorie e degli arredi di design per uffici con un forte impegno verso l’innovazione. Qual è la visione che guida oggi l’azienda nella progettazione di nuove soluzioni?
Etoile, oggi come ieri, è radicata alla sua originaria intuizione. I punti focali della propria azione, infatti, sono sempre legati alla massima personalizzazione del prodotto a catalogo che propone al mercato. Questa visione si traduce in un attento servizio al cliente, a partire dall’ascolto delle specifiche esigenze che vengono esaudite anche modificando in modo sostanziale i prodotti standard. Garantiamo, infine, una qualità veramente alta di tutte le forniture, dalla più piccola, ordinaria, sino alla più grande, complessa e altamente customizzata. In questo modo, negli anni, siamo riusciti a sfidare le variazioni e le difficoltà del mercato, creando un rapporto intenso e fiduciario con numerosi clienti. La cura per la personalizzazione, i servizi e la qualità, restano i riferimenti che attualmente vengono riproposti, con nuove modalità seppur con la medesima determinazione di sempre, a un mercato in continuo mutamento ma che è sempre estremamente sensibile alla vicinanza del fornitore. Il committente non ci considera più come un semplice prestatore d’opera, erogatore di servizi o fornitore di beni, ma come un vero e proprio partner.
Negli ultimi tempi si assiste all’emersione di nuove tendenze come l’hotelification, l’hybrid working e la flessibilità degli spazi lavorativi. Come si sta adattando Etoile a queste nuove tendenze e quali soluzioni state sviluppando per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato?
Possiamo affermare, con ragionevole certezza, che il concetto di ufficio ha perso gli schemi canonici. In particolare, dopo il Covid, sono cambiate le modalità di lavoro legate a una presenza massiccia e stabile dei dipendenti all’interno degli spazi aziendali. C’è molta più mobilità, c’è molta più possibilità di operare in forma remota. C’è una frequentazione discontinua e più libera del workspace. Questo ha portato alla diffusione degli hot desk, cioè di postazioni flessibili, nelle quali si possa lavorare alternativamente con altri senza avere una postazione proprietaria. La stessa cosa avviene nei veri e propri spazi definiti, cioè negli uffici. Si registra la tendenza a creare ambienti altamente flessibili, in cui le divisioni fisiche sono soprattutto legate agli spazi direzionali e quelli destinati al training e alla riunione, che richiedono anche prestazioni acustiche e dotazioni particolari. Però, di fatto, l’ufficio è concepito come un hub nel quale convergono figure aziendali che si muovono molto e che interagiscono tra loro con dinamiche nuove rispetto al passato. Questo ha portato Etoile, un’azienda che per oltre quarant’anni si è occupata di pareti in vario modo, a progettare un sistema più versatile che potesse evolvere l’esperienza del divisorio. Un’idea che si è concretizzata nel progetto di una “scatole operativa” all’interno di “una scatola architettonicha”, nella quale si possano effettuare attività di diversa natura, come formazione, riunioni e incontri. Tutto ciò per garantire gli obiettivi dei nuovi schemi variabili dettati dal lavoro di ibrido, che viene svolto in parte fuori dall’azienda, presso i clienti, a casa propria, in trasferta o in altre forme. Poi, in ufficio c’è la necessità di creare degli spazi che consentano, al momento del rientro e della frequentazione degli operatori, una grande libertà di utilizzo. Noi ci stiamo muovendo proprio in questa direzione, creando dei sistemi che possano maggiormente soddisfare queste nuove richieste del mercato.
La sostenibilità è un tema centrale per Etoile. Potrebbe approfondire come questo approccio influenzi il design e la funzionalità dei vostri prodotti?
La sostenibilità è diventata un argomento di vendita fondamentale e una necessità vitale per questa generazione e le prossime. Si può fare green washing discettando di sostenibilità a vario titolo, ma senza ottenere effetti concreti. Etoile ha scelto di portare avanti un piano di progettazione di nuovi prodotti e di restyling degli attuali all’insegna della sostenibilità reale. Ciò avviene scegliendo componenti riciclabili, o provenienti da riciclo, e garantendo che a fine vita i prodotti stessi possano essere facilmente scomposti e i materiali riutilizzati. A sua volta, questo meccanismo ha innescato dei ragionamenti sui sistemi di assemblaggio, di montaggio e di smontaggio molto attenti, sia agli scarti che al recupero. Nel concetto di sostenibilità rientra anche quello di longevità, di qualità intrinseca del prodotto, che lo possa portare ad avere una maggior durata e quindi a rifuggire la logica o dell’obsolescenza programmata o, peggio, dell’usa e getta.
I prodotti sui quali stiamo lavorando oggi sono composti massimamente da elementi legati all’alluminio, al metallo, al legno di riciclo e al vetro, che ci possano consentire realmente di ottenere risultati efficaci per la salvaguardia del pianeta. Tutto questo ha, poi, anche una ripercussione positiva sulle vendite, perché Etoile è un’azienda che, comunque, continua a proporre soluzioni allineate alle esigenze del mercato.
Etoile collabora con architetti o designer esterni per i suoi progetti? Qual è l’importanza delle collaborazioni strategiche per il futuro dell’azienda?
La collaborazione con architetti e designer è fondamentale, che siano progettisti dei nostri prodotti o dei clienti. Con ognuno di loro si innesca sempre un meccanismo aperto e intelligente di collaborazione, di scambio di informazioni e di stimolo continuo. Molti dei nostri prodotti derivano da questa reciprocità virtuosa. Possiamo citare due esempi su tutti. Una è la collaborazione con l’Architetto Pampanoni e D+A, che sono tornati a seguire Etoile, facendo in modo che ci sia perfetta coerenza tra l’immagine aziendale, il prodotto e le necessità che il mercato manifesta. Questo ha condizionato fortemente l’impatto che l’azienda ha oggi verso i clienti, perché gli stimoli che sono derivati da competenze specifiche hanno portato a migliorare ulteriormente dei prodotti o delle logiche aziendali, che erano già in stato avanzato, ma che forse avevano bisogno di un punto di vista esterno. Una visione da altre prospettive, scevra da condizionamenti operativi che si è dimostrata molto stimolante e utile all’azienda. Dall’altra parte c’è il caso di “Fora”, una parete speciale che è stata proposta e prodotta appunto per Fora London, una delle più grandi e prestigiose società di coworking inglesi. Per questo committente è stata creata una parete del tutto nuova, che prima non era presente nel catalogo di Etoile, ispirata da un principio base dell’imprenditore che, nei suoi uffici, negli workplace che affittava a società multinazionali presso le sue sedi, voleva evitare il cosiddetto ”effetto acquario”, dato dalle stanze suddivise da pareti vetrate. Chiedeva, invece, che le pareti fossero molto articolate, ricche, suddivise in settori e caratterizzate dall’impiego di materiali diversi, secondo la logica delle vetrate british style. È stato questo confronto col cliente e i suoi architetti, che ha portato alla definizione di un prodotto con specifiche caratteristiche, che poi abbiamo inserito a catalogo. Poi ci sono innumerevoli esperienze professionali con studi italiani ed esteri, con cui abbiamo innescato un rapporto di grande collaborazione e fiducia reciproca che ci portano costantemente a evolvere la nostra esperienza e i nostri prodotti in modo significativo.
Come immagina l’evoluzione del concetto di spazio lavorativo nei prossimi cinque anni e quale ruolo giocherà Etoile in questa trasformazione?
Lo spazio del lavoro del futuro dovrà essere sicuramente sempre più capace di adattarsi in modo semplice e rapido alle esigenze delle persone. Non a caso crediamo molto nel progetto delle cabine acustiche e dei Phone booth autoportanti, perché l’evoluzione tecnologica spinge verso una concezione dello spazio flessibile e facilmente riconfigurabile. C’è una forte e innovativa tendenza al rispetto della qualità e del comfort ambientale. Quindi, grande attenzione alla scelta dei materiali, alla selezione dei colori ed estrema cura delle performance illuminotecniche e acustiche all’interno degli ambienti. Ad esempio, oggi abbiamo la possibilità di creare ambienti molto più vicini che in passato alla logica dell’allestimento da casa o da hotel. Quindi locali molto accoglienti, molto performanti, in cui ci si muova liberamente. Un grande impatto è dato anche dal verde all’interno degli uffici per migliorare la qualità dell’aria. Quindi non sono all’orizzonte cambiamenti rivoluzionari, ma si continuerà nel percorso di creazione di scenari che possano garantire stabilità, benessere individuale e senso di appartenenza dei dipendenti nei confronti dell’azienda. Questo per noi è fondamentale, tanto che abbiamo sempre lavorato sulla qualità ambientale degli uffici per garantire una maggiore fidelizzazione dei collaboratori, che rappresentano l’effettivo capitale di ogni azienda. L’ufficio, probabilmente si muoverà in questa direzione sempre di più e a tutti i livelli. Una volta pensavamo che avere ambienti stimolanti e accuratamente progettati, fosse appannaggio delle grandi multinazionali. Oggi vediamo che anche le piccole realtà professionali, richiedono che i loro spazi di lavoro siano allestiti in modo estremamente attento e studiato.
Uno dei problemi più rilevanti che le aziende si trovano ad affrontare oggi è quello della gestione del passaggio generazionale. Cosa può dirci dell’esperienza di Etoile?
Dopo il boom economico si sono avvicendate generazioni di imprenditori molto brillanti che hanno portato al successo le aziende italiane. Oggi assistiamo a un momento di difficoltà, in cui molte attività vengono vendute a fondi o acquisite da realtà più grandi. Noi abbiamo vissuto una continuità molto intensa e, potremmo dire, anche sofferta tra generazioni. Oggi io mi sento la responsabilità del ruolo di fondatore e di portatore dei principi fondanti che Etoile deve preservare all’interno del mercato. Però sono consapevole della necessità di aprire alle nuove generazioni. Ho avuto la possibilità di formare Alessio e Matteo, che sono le anime più giovani dell’azienda. Oggi il primo si occupa della parte tecnica e finanziaria, mentre l’altro degli acquisti ed effettivamente ho la certezza che l’azienda sia molto più sicura e molto più controllata. Attraverso una formazione che è partita dal basso, dalla produzione, li ho visti evolvere professionalmente fino meritare il controllo dei vertici. Un percorso di crescita, progressivo e consapevole, che ha creato i presupposti per la longevità della nostra azienda. Loro stessi hanno dimostrato lungimiranza e visione, aprendosi a importanti collaborazioni con consulenti esterni, che hanno inciso favorevolmente sullo sviluppo economico, finanziario e stilistico di Etoile. Quindi c’è grande continuità, ma anche tanta voglia di futuro. Personalmente mi sento molto fortunato rispetto ad altre aziende, perché in Etoile la seconda generazione sta, per così dire, superando la prima.