Phone booth: la sostenibile flessibilità dello spazio

Ripensare il lavoro, lavorare per il futuro

Il moderno approccio dinamico e decentralizzato dell’hybrid working impone un processo di incessante trasformazione e ripensamento degli spazi, dovuto in particolar modo alle mutevoli esigenze delle persone che necessitano di ambienti sempre più adattabili, flessibili e confortevoli. Recentemente al ‘Workplace3.0’, manifestazione collaterale al Salone del Mobile di Milano, sono state presentate alcune delle tendenze più significative che stanno definendo il futuro degli uffici. Queste paiono delinearsi sempre più sulla creazione di spazi collaborativi, sull’adozione di un approccio hotelification, sulla modularità dei layout e sulla sempre più ampia diffusione delle phone booth.

Se Il design più contemporaneo dei workspace sembra, infatti, spostarsi con passo deciso verso spazi condivisi, trasformando le aree comuni in veri e propri hub di creatività, relazioni e interscambio di idee, comfort e benessere assumono sempre più una rilevanza strategica per incentivare naturalmente l’efficienza e la produttività nei collaboratori. In quest’ottica la poc’anzi citata ‘hotelificazione’ degli ambienti di lavoro sta facendo virare la progettazione verso nuovi modelli, che si ispirano ai migliori alberghi per elevare la qualità del tempo che i dipendenti dedicano al lavoro. Quanto alla necessità di una rapida riconfigurazione degli spazi, pareti mobili, scrivanie su ruote e pareti divisorie modulabili rispondono agilmente alle esigenze del momento, con particolare attenzione alla possibilità di personalizzare in base alle necessità acustiche, termiche e d’illuminazione. Questa filosofia ‘aperta’ e iperconnessa pone, però, problemi in termini operativi, sia di privacy sia di concentrazione che trovano la loro miglior soluzione nei box acustici, cabine insonorizzate, attrezzate e ben ventilate, capaci di offrire un sistema ‘concluso’ per telefonate, videoconferenze, eliminando il disturbo del rumore di fondo. Tutte scelte, quelle finora descritte, ben coerenti con la diffusa tensione verso un rinnovato ‘umanesimo del lavoro’, in cui la ricerca di un senso ‘alto’ degli individui, sembra essere ormai legata a doppio filo con quella salvaguardia delle risorse del pianeta, intesa come bene comune superiore.

È proprio nel solco di questi valori ormai irrinunciabili, la centralità della persona umana e la sostenibilità ambientale, che si iscrive appieno il progetto del Phone booth di Etoile, seguendo due direttive fondamentali: la prima legata alle performance acustiche di abbattimento e di assorbimento; l’altra alla semplicità costruttiva e alla separazione dei componenti.

Nel processo d’ideazione il focus è stato incentrato sulla facilità del montaggio e sulle possibilità di impiego, a fine vita, dei materiali utilizzati. Questo box è, infatti, il risultato di un ampio studio al quale l’azienda lavora da tempo, al fine di creare cabine acustiche di derivazione delle pareti divisorie per ufficio. Prodotti che possano basarsi, appunto, su componenti e materiali ottenuti dal riciclo o, comunque, completamente riciclabili.

Quindi l’alluminio estruso riciclato, il vetro che è completamente riciclabile e il legno per le parti cieche di tamponamento, realizzate con pannelli in truciolare, ottenuto da piantagioni controllate (o da materiale di riciclo e quindi alla fine riciclabile), il PET derivato dal recupero delle bottiglie per le guarnizioni e i pannelli fonoassorbenti. C’è, poi, tutta una parte di minuteria metallica, quindi viti, agganci e quant’altro serve per i collegamenti, che sono realizzati in ferro (anch’esso riciclabile).

L’impronta ecologica del progetto si sostanzia anche nell’economizzazione dei cicli produttivi e nella riduzione dell’energia impiegata per la produzione, quindi nell’ottimizzazione dei processi e dei tempi di lavorazione, nella facilità di disassemblaggio e nella riduzione degli scarti, grazie all’uso di giunzioni a secco, senza utilizzo di collanti o accoppiamenti di materiali, che poi ne limitano la separazione a fine vita.

Quindi seppure il progetto sia esteticamente improntato su forme e logiche dettate dal gusto del mercato, il suo sviluppo è stato curato fino ai minimi dettagli attraverso valutazioni compositive, tecniche dimensionali e morfologiche, tenendo in massimo conto il rispetto dell’ambiente e della natura.

Si può tentare di spiegare con semplicità questo progetto facendo riferimento alla logica modulare delle ‘costruzioni’ Lego, in cui tanti piccoli mattoncini, accessori e componenti semplici danno vita a una forma complessa e articolata. Parimenti il Phone booth di Etoile è costituito da numerosi elementi che si possono combinare all’interno e all’esterno del box, personalizzandone al massimo la configurazione.

Contrariamente a tanti prodotti presenti sul mercato, le qualità di fonoassorbimento possono essere variate creando un ambiente più o meno ‘sordo’, attraverso degli agganci veloci dei pannelli alle strutture di alluminio. In alternativa a questi, possono essere montate tende acustiche che, una volta aperte o chiuse, modificano il livello di privacy, trasparenza e riduzione dei rumori. Altrettanto è possibile installare delle scrivanie o dei piani più piccoli sui quali lavorare in piedi o seduti, delle lampade a LED, delle lavagne, dei portapenne e molti altri accessori. Oppure aggiungere strutture esterne, i ‘canopi’ che permettono complessità e articolazione nelle composizioni delle cabine, creando dei veri e propri sistemi integrati di spazi chiusi e aperti, collegati da coperture e pergolati.

La forma segue la funzione, se quest’ultima è prestazionale o è legata ai contenuti più innovativi della sostenibilità noi dobbiamo piegare le forme, le dimensioni e certe logiche progettuali a questi vincoli fondamentali” – sono le parole dell’Architetto Paolo Pampanoni designer e responsabile del progetto – “Abbiamo cercato tutte quelle soluzioni che dessero la possibilità di rendere ogni passaggio semplice. Semplice per coloro che producono i vari componenti, semplice per coloro che dovranno montare il box e per coloro che lo dovranno smontare e magari riconfigurare in un altro luogo. Stiamo anche lavorando alla possibilità che il nostro Phone Booth, soprattutto il modello più piccolo, sia movibile all’interno degli spazi di lavoro attraverso delle ruote o dei transpallet. Mi piace ‘raccontare’ la sostenibilità mutuando il vocabolo inglese sustainability, composto a sua volta dai termini sustain e ability. Il primo è il pedale che i pianisti utilizzano per prolungare la nota, per allungare la sonorità che viene emessa dal pianoforte. Quindi il sustain è una leva compositiva importante, che ci rimanda alla concezione di prodotti che abbiano una vita lunga con parti intercambiabili e sostituibili in caso di rottura. L’ability è traducibile letteralmente con capacità. In questo caso è intesa come capacità progettuale e produttiva di creare soluzioni allineate con le logiche ambientali.”  –  conclude Pampanoni – “In questo il nostro lavoro assume il tono di un rifiuto manifesto del modello illogico e insostenibile dell’usa e getta”.