Stare bene in un ambiente che sta bene

Negli ultimi anni, sempre più aziende stanno adottando una ‘filosofia’ orientata alla sostenibilità e ai principi ESG come parte integrante della loro strategia. Questo acronimo è basato su tre concetti principali, precisamente Environmental, Social e Governance e indica un vero e proprio rating, che fa riferimento a un insieme specifico di criteri come l’impegno ambientale, il rispetto dei valori aziendali e delle persone, l’accuratezza, l’etica e la trasparenza nel modo di condurre l’impresa. Certo, è fondamentale distinguere tra le realtà che adottano queste pratiche per ragioni autentiche e quelle che lo fanno solo per seguire trend effimeri, mode passeggere, o peggio, per greenwashing. Tuttavia, è sempre più diffusa la consapevolezza che questi comportamenti virtuosi possano portare a vantaggi significativi, tra cui una migliore gestione del rischio, un accesso più ampio ai finanziamenti e un accrescimento della reputazione all’esterno. È, ormai, acclarato che le aziende che abbracciano la sostenibilità ESG non solo contribuiscono al bene comune, ma sono anche più resilienti e competitive nel mercato. È di tutta evidenza come ciò si ripercuota a caduta in numerosi ambiti del mondo del lavoro, compreso il modo di concepire i workplace più contemporanei, che dedica un’enfasi sempre maggiore al benessere dei collaboratori di qualunque organizzazione. Le tendenze nel design degli ambienti di lavoro riflettono, infatti, questa profonda trasformazione culturale, mirando a creare spazi che non solo aumentino la produttività, ma migliorino anche la qualità della vita dei dipendenti e contribuiscano a tenere in equilibrio l’ecosistema naturale. Un luogo di lavoro confortevole e sano è un fattore chiave per stimolare la creatività, migliorare il mindset e l’employee retention del personale. Per citare una felice sintesi cara all’Architetto Paolo Pampanoni, storico collaboratore di Etoile, lo scopo cui tendere è quello di “stare bene in un ambiente che sta bene”. Tutto ciò è possibile solo se si tengono in considerazione gli stretti legami che intercorrono tra il benessere individuale, la qualità degli spazi, la qualità delle caratteristiche degli oggetti impiegati, la qualità e le caratteristiche dei materiali, la sostenibilità applicata, l’inquinamento e la qualità ambientale. Sono infatti numerosi i fattori che possono indurre una condizione di malessere, che vanno eliminati o quanto più mitigati nella realizzazione di uffici e ambienti di lavoro in genere:
  • Inquinamento acustico: Il rumore eccessivo nei luoghi di lavoro può essere fonte di stress e ridurre la concentrazione;
  • Inquinamento luminoso: un’illuminazione inadeguata o eccessiva può causare affaticamento visivo e influire sul ritmo circadiano dei dipendenti;
  • Errata progettazione: un layout non ottimizzato degli spazi è alla base di numerose criticità possono incidre sulla produttività;
  • Inquinamento ambientale: la presenza di sostanze chimiche nocive e di composti organici volatili dannosi nell’ambiente di lavoro, può influenzare negativamente la salute dei dipendenti.
Ciò detto, dall’esperienza dell’industrial design, è possibile mutuare tutta una serie di soluzioni per favorire il benessere acustico, illuminotecnico, posturale, ambientale e termoigrometrico. Lo stesso utilizzo di materiali innovativi (tessuti acustici, ceramiche ecoattive, tessuti ottenuti dal riciclo del Pet o della lana, etc.) sapientemente combinati con materiali naturali e tradizionali (come legno e vetro), può essere il giusto medium per ridurre le criticità poc’anzi indicate. Infine, in un’epoca in cui la crisi climatica è sempre più preoccupante, la sostenibilità è diventata un imperativo globale, così come si è già diffusamente scritto in riferimento ai principi ESG. In questo senso è fondamentale l’uso di materiali a basso impatto ambientale, nel segno del miglior design biofilo, ponendo particolare attenzione al consumo delle risorse naturali, alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla conservazione della biodiversità. Così come è necessario cambiare le abitudini verso una progettazione responsabile, in un’ottica di economia circolare, che faciliti il disassemblaggio e la riciclabilità dei materiali. La scelta di soluzioni modulari, con parti intercambiabili e facilmente riconfigurabili può contribuire a estendere la vita utile dei prodotti e a ridurre rifiuti e sprechi. Anche l’adozione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento di nuova concezione, insieme a soluzioni di illuminazione a LED, può ottimizzare in modo significativo il bilancio energetico complessivo di un’azienda migliorando la sua carbon footprint. Per concludere, l’auspicabile equilibrio tra sostenibilità reale e comfort individuale, che abbiamo fin qui cercato di delineare, può essere ben compendiato negli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, che prevede una produzione responsabile ottenuta con procedure attente all’ambiente e alle persone, grazie alle tecnologie avanzate e a una scrupolosa selezione di materiali e fornitori. Questa filiera basa i suoi principi su un efficace gestione aziendale disciplinata da un codice etico condiviso, rispettoso del pianeta e socialmente benefico.