Vacuum plenum o della [meta]fisica delle trasparenze
Tra separazione e connessione, il vetro nell’architettura dei moderni spazi di lavoro
Considera il vetro, un corpo tanto compatto
che nemmeno i profumi che da per tutto dilagano
possono attraversarlo e, anzi, ne restano prigionieri;
con quanta facilità la luce l’attraversa!
Pavel Florenskij
Nella filosofia architettonica degli spazi di lavoro contemporanei, il vetro gioca un ruolo centrale tra estetica e funzionalità, permettendo ai progettisti di creare armoniosi dialoghi di luminosità e trasparenze che vanno ben oltre la mera materialità.
Tutto ciò è perfettamente in linea con la moderna concezione di workplace, che richiede simultaneamente separazione acustica, delimitazione fisica e continuità visiva.
Ed è proprio il vetro che, per sua natura intrinseca, ha la capacità di creare nello spazio qualcosa che non c’è, di definirne plasticamente i confini senza opporre ostacoli allo sguardo.
La smaterializzazione del divisorio, realizzata attraverso la trasparenza cristallina di questo elemento, infatti, trasforma radicalmente la fruizione degli ambienti senza apparentemente mutarne la percezione estetica.
Le pareti in vetro permettono alla luce di fluire liberamente, mentre la possibilità di ottenere un notevole abbattimento acustico preserva l’integrità sonora di ciascun luogo.
Risultati particolarmente efficaci si ottengono con l’uso di vetri fonoisolanti ad alte prestazioni, che tramite l’impiego di intercalari acustici e la stratificazione di più lastre creano vere e proprie barriere al rumore, attuando il principio fisico della massa-molla-massa che ammortizza le vibrazioni smorzando di conseguenza le onde sonore.
Contrariamente alla sua proverbiale fragilità, il vetro usato in architettura rivela poi una notevole resistenza meccanica, tale da mantenere la conformità ai più elevati standard di sicurezza.
I vetri temperati assicurano la massima incolumità alle persone, perché in caso di rottura, si sbriciolano in granuli non taglienti, riducendo significativamente il rischio di infortuni.
Allo stesso modo, il vetro stratificato, o visarm, rinforzato con pellicole plastiche, mantiene i frammenti aderenti al film interno, prevenendo la formazione di schegge pericolose.
L’uso di vetri colorati in pasta, satinati, acidati o texturizzati mediante l’applicazione di pellicole interne, amplia le possibilità espressive di questo materiale. Le diverse cromie, da quelle più tenui a quelle più vivaci, possono trasformare una semplice partizione in un elemento scenografico di grande impatto. I vetri elettrocromici, grazie a una particolare tecnologia, permettono di variare il grado di opacità su comando, assicurando la necessaria riservatezza quando la situazione lo richiede.
In particolare, dopo la pandemia, l’attenzione alla salute e all’igiene degli ambienti è diventata di primaria importanza e il vetro con le sue superfici lisce e non porose, facili da pulire e disinfettare, contribuisce significativamente alla creazione di spazi salubri e sicuri.
Per numerose ragioni può essere considerato, altresì, un fattore chiave per la sostenibilità e l’economia circolare.
Grazie alla sua trasparenza consente una diffusione uniforme della luce naturale, riducendo il bisogno di illuminazione artificiale e contribuendo all’efficienza energetica dell’edificio.
I vetri a bassa emissività o con trattamenti particolari riflettenti aiutano a mantenere un clima interno confortevole, riducendo i costi di climatizzazione.
La lunga durata e la manutenzione ridotta ne fanno un materiale ecologico per eccellenza.
Una delle sue maggiori virtù è la sua riciclabilità infinita senza perdita di qualità perché a fine vita, può essere completamente rigenerato, perpetuando il suo riuso e riducendo considerevolmente l’impatto ambientale. Il recupero del vetro usato è fondamentale in questo processo: esso viene pulito, triturato e quindi fuso nuovamente per creare nuovi prodotti. Si stima che per ogni 10% che ne viene utilizzato nel mix di materie prime, vi sia una riduzione del 3% nel consumo di energia e del 7% nelle emissioni di CO2. Una volta che il vetro è stato reintrodotto nel processo produttivo, riduce la necessità di nuove materie prime come la sabbia e altri componenti minimizzando, così, gli sprechi e il consumo di risorse naturali.
La sempre maggior diffusione dell’uso del vetro nell’architettura degli uffici, testimonia la sua capacità di adattarsi e rispondere alle mutevoli esigenze di design e produttività.
La sua versatilità, unita alle continue innovazioni tecnologiche, assicura che questo materiale rimarrà un elemento fondamentale nella realizzazione degli spazi di lavoro del futuro.