Tecnologia e design. L’evoluzione degli spazi di lavoro.

Negli ultimi anni, il progresso tecnologico ha assunto un’accelerazione esponenziale, impattando in modo significativo su tutti gli ambiti del vivere e dell’agire quotidiano.

Tra i settori più fortemente influenzati da questi rapidi mutamenti, anche culturali, c’è senz’altro la progettazione di uffici e spazi di lavoro in genere.

Per secoli il rapporto tra operatore, scrivania, strumento per scrivere, supporto di scrittura e ambiente circostante si è evoluto con gradualità e continuità.

Lo studiolo di Federico da Montefeltro è stato il modello dell’ufficio (ma potrebbe essere anche considerato l’archetipo), con suppellettili e arredi funzionali ricorrenti fino alla fine del secolo scorso. Nell’ultimo trentennio, invece, il rapporto con la postazione di lavoro è radicalmente cambiato.

L’utilizzo di strumenti sempre più innovativi e avanzati ha reso possibile lavorare ovunque, in ufficio, a casa o altrove, nei tempi e nei modi più disparati.

Lo smart working, soprattutto dopo il periodo Covid, è entrato prepotentemente nella quotidianità di moltissime persone.

L’avvento di nuove tecnologie ha portato, infatti, a una altrettanto rapida e profonda trasformazione nella filosofia del workplace design.

Con grande sforzo di semplificazione, potremmo fissare tre punti saldi che hanno impresso delle svolte epocali nel modo di concepire gli ambienti professionali:

  • 1973 Motorola presenta il primo telefono cellulare;
  • 1981 IBM presenta il primo Personal Computer;
  • 1993 il CERN rende di dominio pubblico il World Wide Web.

I pc portatili con batterie a lunga durata, i telefoni cellulari con le loro capacità di trasferimento di dati e informazioni e la diffusione delle reti wi-fi, hanno dilatato gli spazi di lavoro portandoli ad avere una dimensione non solo architettonica, ma sempre più urbana e territoriale.

Immagini di persone che lavorano nei bar, negli aeroporti o nei parchi è sempre più frequente e consueta.

Lavorare seduti, in piedi o stesi su comodi divani, è diventata la prassi, che piaccia o meno.

Gli uffici contemporanei presentano layout molto dinamici, studiati per soddisfare diverse modalità d’uso, dalle più ‘agili’ ed evolute a quelle più rigorose e tradizionali.

Sempre più spesso le postazioni sono comuni e non riservate ai singoli operatori, caratterizzate da aree formative, riunioni o conviviali e zone di brainstorming, in cui le funzioni operative e relazionali si mescolano in un flusso comunicativo intensissimo.

Non a caso, i criteri cui viene improntata con frequenza sempre maggiore la progettazione degli ambienti possono essere enucleati in:

  • Flessibilità e mobilità;
  • Collaborazione e condivisione;
  • Benessere e comfort;
  • Sostenibilità e impatto ambientale.

Gestire situazioni in continua evoluzione, moduli da variare sistematicamente, garantire comfort illuminotecnico e termo igrometrico, mantenere un ottimale livello di assorbimento o abbattimento acustico, hanno generato infinite soluzioni di arredo.

Tipologicamente la più innovativa è quella dei Phone Booths, cabine acustiche in vario formato che creano ‘oasi’ di riservatezza all’interno di uffici altrimenti rumorosi.

L’incremento delle conversazioni telefoniche e delle riunioni online ha richiesto la creazione di spazi indipendenti e performanti, capaci di coniugare un’adeguata separazione dall’ambiente circostante, con una ‘trasparenza’ che permetta il contatto visivo con il contesto di lavoro, un’idonea illuminazione per supportare correttamente gli specifici compiti visivi, una corretta ventilazione per migliorare la vivibilità interna, nonché soluzioni ergonomiche per promuovere una postura corretta e prevenire problemi di salute legati alla sedentarietà. Anche la consapevolezza ambientale è diventata una priorità per molte organizzazioni, che stanno sfruttando nuove tecnologie per la creazione di workspace sostenibili ed eco-compatibili, utilizzando soluzioni energetiche efficienti, materiali riciclabili e sistemi di gestione intelligente dei rifiuti.

A partire dal 2019 le aziende leader nella produzione di box acustici hanno iniziato un percorso progettuale di relazione con spazio circostante, puntando sia sulle finalità operative interne, ormai note e collaudate, che su quelle esterne. Questi moduli, originariamente autonomi, hanno iniziato a essere integrati con pareti, pergolati, contenitori e scaffalature, tanto da creare veri e propri ‘villaggi’ interni all’ufficio, svincolate dalle murature d’ambito e dagli impianti.

Le diverse aggregazioni di salette riunioni, uffici, cabine training, spazi formazione, aree break e postazioni di lavoro interdipendenti, sono diventate gradualmente “architetture nell’architettura”, affermando in modo chiaro il valore della flessibilità e della funzionalità dell’ufficio 4.0.