Il futuro nell’ecodesign

Qualità dei prodotti, riduzione dell’impatto ambientale e risparmio delle risorse, alla base nuovo modo di progettare “ecosostenibile”

 

Secondo il think tank statunitense Global Footprint Network, che ogni anno calcola i consumi da parte della popolazione e stima la biocapacità del pianeta, stiamo tutti vivendo come se avessimo a disposizione poco più di una Terra e mezza.

Questo sovrasfruttamento è dovuto in primo luogo all’aumento dell’impronta ecologica e alla deforestazione.

Nel 2022, rispetto allo scorso anno, è stato calcolato un aumento del 6,6% dell’impronta di carbonio e un calo dello 0,5% della biocapacità delle foreste a livello globale.

È in questa prospettiva di responsabilità collettiva che già da alcuni anni è nato e si è diffuso il concetto di ecodesign o progettazione sostenibile.

L’ecodesign è un modello virtuoso ispirato all’economia circolare, che si basa sull’impiego efficiente di risorse e materiali, riducendo l’impatto ambientale legato alla produzione e contribuendo a ridurre la quantità di scarti e rifiuti generati.

Questa pratica, infatti, non è limitata alla realizzazione di prodotti con materiali sostenibili, ma si applica all’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla sua progettazione, alla realizzazione, fino al suo utilizzo e smaltimento.

È un modus operandi che non si riverbera solo sulla sfera ambientale e climatica, ma investe direttamente anche quella sociale ed economica, proponendo un nuovo paradigma culturale.

L’ecodesign si basa, convenzionalmente, su sei principi fondamentali:

  • Utilizzo di materiali sostenibili, realizzati usando energie rinnovabili;
  • processi produttivi che favoriscano il risparmio energetico;
  • qualità e durabilità del prodotto;
  • riduzione dei rifiuti generati durante la realizzazione e l’uso del prodotto;
  • semplificazione smontaggio, riciclo e riuso dei materiali che compongono il prodotto;
  • Utilizzo di risorse rinnovabili, possibilmente locali e gestite in modo sostenibile che siano compostabili una volta terminato l’utilizzo.

Il design sostenibile è stato fortemente ispirato dal Bill of Rights for the Planet, i nove principi di Hannover relativi alla progettazione ecosostenibile, sviluppati durante l’Expo del 2000. Questa carta dei diritti si basa sui concetti come l’eliminazione del rifiuto, la ricerca costante del miglioramento, il riconoscimento dell’interdipendenza tra esseri umani e natura e la comprensione dei limiti del design.

In Europa L’ecodesign è normato dalla direttiva 2009/125/CE, dalla direttiva 2018/851 in tema di economia circolare e dalle norme ISO 14006, 14040 e 14044. Queste ultime, in particolare, grazie al metodo LCA (Life Cycle Assessment), permettono di valutare l’intero ciclo di vita dei prodotti e la loro interazione con l’ambiente, disciplinando la gestione della filiera, a monte e a valle del processo di produzione, in ottica di risparmio e recupero di energia e materiali.

In quest’ottica è importante anche valutare gli additivi che vengono inglobati nei materiali, poiché la presenza di alcune sostanze chimiche può limitare o impedire il riciclaggio e il riutilizzo di prodotti che giungono a fine vita.

Per concludere possiamo a buon titolo affermare che la progettazione sostenibile appresenti la nuova frontiera del design che trova applicazione in tutti i settori produttivi, in un percorso verso la transizione ecologica che porterà ad una nuova generazione di prodotti e materiali pensati per essere più duraturi, aggiornabili, riparabili e sostituibili, agendo sulla sola parte soggetta a usura tecnico-estetico-funzionale.

Tutto ciò comporta la diffusione di nuovi modelli di business “collaborativi”, che virano dalla concezione di prodotto a quella di “servizio al prodotto”, per i quali saranno centrali le strategie di estensione del ciclo di vita e di ottimizzazione della fase d’uso.

Il che sarà un elemento fortemente premiante per aziende dalla forte connotazione etica e qualitativa, rispetto ad altre che lavorano ancora nell’ottica consumistica e quantitativa dell’obsolescenza programmata.